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CAPO IV.
LA SCHIAVITÙ DEGLI EBREI E MOSÈ LORO LIBERATORE DALLE MANI DI FARAONE.
Gli Ebrei fatti schiavi.
(Anno d. m. 2427 — Av. E. V. 1577).
I discendenti di Giacobbe si moltiplicarono in sì gran numero che formarono ben presto un popolo numeroso. Si divisero allora in dodici tribù le quali presero il nome dai figli di Giacobbe (i).
I Faraoni (così si chiamavano i re in Egitto) seguitarono dapprima a proteggerli e favorirli; ma, col volger del tempo, cominciarono ad aver timore della loro crescente prosperità, e presero ad opprimerli e perseguitarli. E un Faraone, salito al trono, concepì l'iniquo proposito di sterminarli dalla faccia del suo regno, e promulgò perciò un editto in forza del quale tutti i bambini maschi ebrei che nascevano dovevano venir gettati nelle acque del fiume Nilo.
Ma il Signore vegliava eul suo popolo e si preparava a mandar a vuoto il malvagio dlaegno di Faraone.
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Mosè salvato dalle acque.
(Anno d. m. 2433 — Av. E. V. 1571)^
Era nato a una donna Ebrea di nome Iocabed un bellissimo bambino, e la povera madre non sapeva risolversi a dargli la morte nelle acque del fiume.
Erano già passati tre mesi, e, vedendo che non le era possibile tenerlo più oltre nascosto, prese un cesto di giunchi intonacato di pece e bitume, vi adagiò dentro il bimbo e lo depose nell'acqua, fra le canne, presso la riva del Nilo.
Lasciò intanto una sua bimba di pochi anni, per nome Maria, che segretamente ponesse mente a ciò che accadeva.
(i) Il loro popolo prese il nome di Popolo Ebreo, ed essi vennero chiamati Ebrei o Israeliti.