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di piglio a una mascella d'asino a caso là trovata, si slanciò con essa sui Filistei e ne uccise più di mille.
Un'altra volta, chiuso prigioniero nella città di Gaza, nella notte, si tolse a spalle le porte della città, che erano pesantissime, e le portò sopra un monte vicino.
Ma Sansone non seppe tener nascosto il segreto della sua forza. Egli si lasciò indurre a rivelarlo a Dalila, donna che gli si fingeva amica e che poi invece lo tradì, tagliandogli i capelli e consegnandolo in mano dei Filistei.
Questi gli cavarono gli occhi e lo obbligarono a girare da mane a sera una pesante macina da mulino.
A Sansone però col tempo crebbero di nuovo i capelli, e gli ritornarono con essi le forze di prima. Or avvenne che, un giorno, i Filistei celebravano una gran festa nel tempio dell'idolo Dagon, e vi menarono anche Sansone per farsene oggetto di scherno. Sansone si fece condurre presso le due colonne centrali che sorreggevano il grande edifizio, col pretesto di appoggiarvisi. Giuntovi dappresso, invocò l'aiuto del Signore, poi diè loro una scossa così violenta che si spezzarono e il tempio crollò, seppellendo fra le sue rovine ben tremila Filistei.
Così morì Sansone, l'uomo forte del Signore suscitato per la salvezza del suo popolo. x
La forca, a* non Na par oompagna la prudenza e la virtù, non mena a buon fin*.