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S. Pietro negò, dinanzi a tutti, dicendo: « Non so quel
che tu dica, e fece per uscir fuori. Ma lo vide un'altra fantesca e anch'ella ripetè: « Anche costui era con Gesù Nazareno ». S. Pietro protestò di bel nuovo, e con giuramento,* di nemmen conoscerlo. Passato alquanto di tempo, un servitore, che l'aveva visto nell'orto degli ulivi, gli disse: « Non t'ho io veduto nell'orto con Lui? » Gli altri gli ripetevano: « Non sei anche tu uno di quelli? Poiché anche la tua pronunzia ti dà a conoscere ». E S. Pietro, per la terza volta, negò, imprecando e giurando, di non aver mai conosciuto Gesù.
E tosto il gallo cantò! Gesù rivolse a Pietro uno sguardo di amorevole rimprovero, e Pietro, rientrato in se stesso, uscì fuori e pianse amaramente il suo fallo.
La disperazione di Giuda. — Spuntato il giorno, i nemici di Gesù si radunarono nuovamente e pronunciarono contro di Lui sentenza di morte.
Allora, Giuda comprese l'enormità del suo tradimento e riportò ai Sacerdoti le trenta monete che gli avevano dato, dicendo: « Ho peccato, tradendo il Sangue innocente ». Ma essi gli dissero: « Che importa a noi? Pensaci tu ».
Ed egli gettò le monete nel Tempio e, disperato, se ne partì e andò a impiccarsi.
3*. per disgrazia, cadi In peooato, Imita II pentimento di 8. Pietro, o obbl In oirroro la dlaparazlone di Oluda.
6°
Gesù da Pilato e da Erode.
I Giudei non potevano eseguire le sentenze di morte, se non erano approvate dai Romani. Condussero perciò Gesù dal Governatore romano: Ponzio Pilato.
Questi Lo interrogò, ma non trovò in Lui motivo di condanna; Lo mandò perciò da Erode, tetrarca della Galilea, il quale in quei giorni era in Gerusalemme.
Erode non potè ottenere da Gesù risposta alcuna; onde Lo fece rivestire d'una veste bianca, intendendo con ciò, secondo i costumi d'allora, schernirlo come folle; e lo rinviò da Pilato.
E Gesù, con pazienza ammirabile, obbediva ai suoi ne-