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CAPO III.
ROVINA DELLA NAZIONE GIUDAICA.
Assedio di Gerusalemme e dispersione dei Giudei.
ADEMPIMENTO DELLA PROFEZIA DI GESÙ.
(Anno 70 dopo la Nascita di G. C.).
Gesù aveva predetto che, prima che fosse passata quella generazione, la città di Gerusalemme sarebbe stata distrutta e il popolo Ebreo disperso. La predizione divina ebbe pieno e perfetto compimento, ed ecco come.
Gli Ebrei si ribellarono ai Romani, e questi vennero con forte esercito, guidati prima da Vespasiano e poi dal figlio di lui, Tito, e strinsero Gerusalemme di terribile assedio che durò oltre sei mesi. Gli orrori della fame che travagliò durante quel tempo la città non si possono descrivere. Scoppiò poscia anche la peste; e la miseria e la desolazione giunsero al colmo. Si narrano scene raccapriccianti. Ci furono madri che non rifuggirono dallo scannare i propri figli per cibarsi delle loro carni !
Finalmente i romani s'impadronirono della città, abbattendone le mura e portando per ogni dove distruzione e morte. Tito avrebbe voluto salvare almeno il Tempio, e in esso si erano rifugiati moltissimi Ebrei, nella speranza di trovare uno scampo. Ma un soldato romano, gettandovi dalle finestre un tizzone ardente, gli appiccò il fuoco e lo ridusse a un mucchio di rovine.
Perirono, nell'assedio e nella presa di Gerusalemme, un milione e centomila abitanti, e altri centomila furono venduti schiavi e dispersi per il mondo.
Cosi Gerusalemme Scanio severamente la grande tua Infedeltà.
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Dispersione finale degli Ebrei.
(Anno 135 del E- V.ì.
I romani, oltre al distruggere Gerusalemme, avevano pur anche sterminato ogni seme e razza della casa di Giuda, per togliere ogni speranza ai sopravvissuti.