Almanacco Italiano 1904 di
CULTO EVANGELICO
È rappresentato in Italia da un certo numero di Chiese varie per origine, più che per dottrina. Anzi, può dirsi che, quanto a dogmi, l* differenze che passano fra di esse siano di l-oco conto. L'apparenza ha potuto far dire: u Quante tinte! „ ila basti notare che tutte riconoscono unica base il Vangelo, e ch'esse liau comune il Credo detto Apostolico, tranne forse taluna di cui non si conoscono le statistiche. Quanto all'origine e all'età loro, osserviamo che una di esse soltanto origiuò avanti la Riforma: le altre originarono dopo, e pel maggior numero al nostri giorni. Accenniamole dunque secondo l'ordine di tempo unito a quello di nazionalità.
I. - Le Chiese italiane:
1. La Chiesa Valdese. — Sorta nel medio evo con apostolici ideali, incorse nel biasimo di Alessandro III e negli anatemi del suo successore Lucio III (Concilio di Verona, an. 1184) per avere mantenuto il diritto di leggere e propagare liberamente l'Evangelo. Si diffuse in molti paesi, e dovè lottare per la sua esistenza. Dopo essersi associati altri dissidenti d'infra i discepoli e continuatori tanto di Pietro di Bruys quauto di Arnaldo da Brescia, si ritrasse nelle vallate delle Alpi Cozie, ove non tardarono a ricercarla i frati dell'Inquisizione, e fu perfino fatta segno ad una immane crociata (an. 1487, sotto Innocenzo VII). Ma sopravvisse, aspettando la Riforma.
Aderendo alla Riforma, la Chiesa Valdese ne diventò in certa guisa l'avanguardia in Italia, quando il Duca di Savoia perdeva la sua città di Ginevra. Indi nuove lotte, grandi persecuzioni, stragi nefande (come quella che fu detta delle Pasque piemontesi, ,, o u Pasque di sangue, „ an. 1655), per opera della Società de Propaganda Fide. I valdesi soffrirono in modo crudelissimo, ma si difesero, senza mai farsi ribelli al loro Principe, nè lasciarsi strappare la loro fede, la libertà di coscienza, piccola fiamma che riluceva nella notte di quei tempi. Quando Luigi XIV intimò al Duca Amedeo II di applicare anche a quelle valli pinerolesi la sua revoca dell'Editto di Nantes, già così funesta al suol sudditi riformati, parve che la fine dei Valdesi fosse Inevitabile. Incarcerati a schiere, costi'etti a scegliere fra l'apostasia o l'esilio, scelsero di esulare. Ma il favore dei principi e delie città protestanti non li consolò della perdita dalla patria. Dopo tre anni, guidati dal consiglio del vecchio esule Giosuè Giavanello e dal valore del loro pastore Enrico Arnand, rimpatriarono a mano armata e si ristabilirono nelle loro vallate (an. 1689). Questo loro u glorioso rimpatrio „ segnò la pagina più splendida della loro storia. Essa non sfuggì a Napoleone il grande; il quale, vedendoli tollerati nelle tre vallate di Pinerolo, concesse ad essi le prime 1.berta, tosto fugate dalla reazione. Alfine suouò l'ora della civile emancipazione del Valdesi, sotto il Re Carlo Alberto (17 febbraio 1848). Roberto d'Azeglio fu primo a salutare u fratelli „ quei dissidenti riconciliati, non colia Chiesa Romana, ma colla patria, eSaponetta al Latte K®"?™
memorabili furono le parole rivolte ad essi dall'illustre Mamiani: u Sieno rese grazie pubblicamente da tutta Italia a voi, o Valdesi, che l'antica madre mai non avete voluto odiare o sconoscere insino al giorno glorioso che fu da Dio coronata la vostra costanza, e un patto comune di libertà vi riconciliava con gli emendati persecutori. „
Da poi, la Chiesa Valdese prese ad estendersi di nuovo, sulle tracce de'suol martiri, nella patria, fino in Sicilia. Il suo culto ha regola democratica, ma ordinata, schiva anzi che no dalle esagerazioni settarie; è geloso della propria autonomia ed italianità. Annovera sessantatrè comunità, comprese le sedici natie delle valli di Pinerolo (dove si parlano due lingue, l'Italiano ed 11 francese), e diverse congregazioni in fieri, non che diversi istituti ed associazioni. È retta da una sinodo annua, composta de'ministri (ossia pastori ed evangelisti) e di delegati delle comunità. A quella sinodo fanno capo i diversi rami dell' amministrazione, ossia la Tavola (Board) Valdese presieduta dal Moderatore (Cav. Uff. G. P. Pons, Torre Pellice) e il Comitato di Evangelizzazione col suo presidente (Comm. Matteo Prochet, Roma), ec.
Gl'istituti valdesi sono di scienza, di educazione e di beneficenza. Eccone la lista:
1) La Scuola di Teologia a Firenze. Non vi si accede se non muniti di regolare licenza ffceale o di titoli equipollenti.
2) Il Liceo e il Ginnasio di Torre Pellice, pareggiati.
3) la Scuola Latina (classi ginnasiali inferiori) di Pomaretto.
4) La Scuola Superiore Femminile di Torre Pellice.
5) Scuole Elementari ed Infantili in tutte le Comunità delle valli Valdesi e in diverse di quelle che sorsero nelle altre province.
6) Asili varii :
a) Orfanotrofio femminile a Torre Pellice;
V) Collegio degli artigianelli valdesi a Torino :
e) Orfanotrofio maschile di Vallecrosia, presso Bordighera:
d) Istituto Gould, maschile, a Roma.
7) Ospedali:
a) Ospedale di Torre Pellice;
b) Ospedale di Pomaretto;
c) Ospedale di Torino.
d) Asilo Umberto e Margherita per i vecchi, San Germano Chisone;
e) Asilo per i vecchi, San Giovanni di Luserna;
f) Asilo Carlo Alberto per gl'incurabili, San Giovanni di Luserna.
La Chiesa Valdese, non è soltanto antica, ma ancora di gran lunga più numerosa delle altre che stiano per enumerare. Si calcola che i s>uoi membri e aderenti sommiuo a più di trentamila.
2. La Chiesa Battista, ossia 1' Unione Cristiana Apostolica Battista. — Originata in Inghilterra e negli Stati Uniti dell'America nel secolo XVII, questa Chiesa si propagò da
ùlijnte. Sconto del 50% ai possessori dell'Almanacco
stl'azione nella vartina di Taaliandi).
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Almanacco Italiano 1904
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze 1904
pagine 672 |
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Pagina (323/477)
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