Almanacco Italiano 1904 di
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alcune figure se\ere di Santi, in altre solenni d'angeli e della Vergine, nel rudi ritratti e nella leggiadra architettura.
7. - GIOVANNI BELLINITmttico con la Madonna, San Nicola San Benedetto e altbi Santi.
(Venezia, Chiesa di S. M. dei Frari).
Giovanni Bellini detto Giambellino, nato in \ enezia nel 1430 da Jacopo pittore. Il fratello maggiore Gentile era anche valente pittore. Apprese l'arte in famiglia, e imitò dapprima il Mantegna. Dipinse molto in Venezia. Morì in patria nell'anno 1516.
— Giovanni Bellini " trasfigura nobilmente le immagini dei popolani, le quali egli solleva ed irradia della sua luce; o s'abbandona agile ai sogni della mitologia, e tutto avvalora con uno stile, in cui la grazia e il vigore s'abbracciano amici, e si fondono, recando il suggello di uno dei più eletti spiriti che abbiano onorato il seme italico. „ Così il Cantalamessa. Per la tecnica ebbe certo su lui influenza Antonello da Messina, ma non bisogna esagerarne l'importanza, quando si tratta d'un ingegno forte e sicuro del fatto suo come Giovanni, e così potente e risoluto nell'afforzare il colorito di toni caldi e splendenti.
Maraviglioso nel suo ornato, nella sua com-plessività artistica, il celebre trittico della chiesa dei Frari. È questa una di quelle sovrane opere che hanno virtù d'esercitare un benefico senso di dolcezza e di felicità. Lo splendore nel colorito, l'armonia incredibile delle decorazioni e sojnatutto l'idealità dolce e pensosa della Vergine ; la bellezza dei putti ; la tranquillità dei Santi raccolti nei dne lati s'accordano a compiere il capolavoro. Tutte queste figure muovono dalla realtà, ma sembra che la virtù le abbia fatte solenni, e la bontà le abbia reso belle e degne del cielo.
8. - CARLO CRIVELLI La Madonna della Candeletta.
(Milano, Pinacoteca di Brera).
presto (come pure i Vivarlni) all'Influenza padovana, ma nessuno ha tale forza da staccarsi risolutamente dalle abitudini e di condurre l'arte a manifestazioni nuove e semplici, nelle quali la bellezza sia sostanziale, ossia di composizione e di forme, e non ottenuta per l'abbondanza degli accessorii o pel lusso delle vesti.
Ad ogni modo in questa tavola del Crivelli, pur avvertendo le cose ora dette, e pur riconoscendo che le forme sottostanno alla ricchezza, è da notare una grande nobiltà nella Vergine, certa grazia nel Bambino e, nello stesso tempo, una delizh sa signorile armonia.
9. - ANDREA MANTEGNA San Giorgio.
(Venezia, Accademia di Belle Arti).
Andrea Mantegna, nato in Vicenza nel 1431, fu Scolaro dello Squarcione che lo adottò come figlio. Lavorò a Mantova nel Palazzo Ducale e a Padova. Morì in Mantova il 13 settembre del 1506.
— La derivazione veneta del Mantegna più che da Jacopo Bellini si deve riconoscere da Donatello, la cui opera gli mostrò il modo di realizzare l'Ideale di verità e di bellezza che prima gli sorrideva come un sogno irraggiungibile. Solo in Donatello egli trovò l'amorosa e illuminata e libera osservazione e rappresentazione della natura mirabilmente fusa al culto dell'arte classica.
Il ciclo pittorico degli Eremitani di Padova si può considerare come un auto-insegnamento, dal quale il Mantegna uscì artista indipendente, completo e già famoso. E continuò a procedere nell'arte mettendo al servigio del suo sentimento artistico la sua profonda dottrina. Le conoscenze di prospettiva, di tecnica, di regole formali sono il mezzo; il fine^sono la verità e l'emozione.
È innegabile però che generalmente nei tipi e nell'espressione fu spesso rude, ma ciò non esclude che talora abbia saputo raggiungere un altissimo grado di vera bellezza come nel San Giorgio, delle Gallerie di Venezia.
Carlo Crivelli, nato in Venezia tra il 1430 e il 1440. Della sua vita poco si sa. Si crede scolaro di Jacobello del Fiore. Esercitò l'arte sua specialmente nelle Marche (a Massa Fer-mana. Fermo, Ancona, Pausola, Monte Fiore) Da ultimo si stabilì a Fermo, dove pare morisse, in quale anno non si sa: certamente dopo il 1493.
— Prima della metà del secolo XV nell'isola di Murano prossima a Venezia, si sveglia l'arte dei Vivarini nella quale la giovanile animosità ricerca una magnificenza che può dirsi ornamentale.
Carlo Crivelli, che muove da essa, s'adatta
10. - MELOZZO DA FORLÌ Sisto IV che dà udienza al Platina.
(Roma, Galleria Vaticana).
Marco Ambrogi detto Melozzo da Forlì, nacque in Forlì 1*8 giugno 1438. Non si conoscono i suoi primi maestri, certo è che l'arte sua è derivazione di quella di Andrea Man-tegna e di Piero Della Francesca. L'Ambrogi lavorò specialmente in Roma chiamatovi da Sisto IV che lo nominò pittore papale. Morì in patria nel 1494.
PREMIATO DENTIFRICIO DI MIGONE E C.
( Vedi annunzio di fronte al frontespizio).
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Almanacco Italiano 1904
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze 1904
pagine 672 |
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