Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di

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      ìzio divino : ma se, in tale stato, gli fu possile d. godere, più tardi, alcuni lauti benefizi, io non gli vietò di goder pure la lieta gio-, nezza, alternando agli studi i sollazzi di cui i n eia penuria nella gaia e licenziosa città provenzale. Fu appunto ad Avignone cheLaura
      (l>a una miniatura di un codice Lauremiano).
      egli conobbe e amò madonna Laura, la bella e giovin moglie — come comunemente si crede — di Ugo de Sade e figliuola di Au-diberto de Noves, incontrata la prima volta da messer Francesco il 6 aprile del '27, nella chiesa di Santa Chiara. Per natura irrequieto,
      Yalchiusa (Da un disegno di Fed. Lose nelle Rime del Petrarca, ed. Alar sa nd, 1819-20).
      desideroso d'imparare, curioso di cose nuove, il Petrarca non si contentò della sollazzevole diinora avignonese: e iniziando di buon'ora quella serie di peregrinaggi dai quali, appenaappena, lo distolsero gli acciacchi della tarda vecchiezza, visitò Lombez sotto a' Pirenei, in compagnia del vescovo Stefano Colonna; poi, nel '33, viaggiò nel settentrione della Francia, in Fiandra, in Germania, e a Liegi scoperse due ignote Orazioni di Cicerone; venne, sul cader del '36, in Italia, con Iacopo e con Stefano Colonna, e fu a Roma il 5 gennaio 1337. Tornato, nell'agosto, ad Avignone, ma colà infastidito del rumore vano e del viver corrotto, si ritrasse subito nella solinga chiostra di Val-chiusa alle fonti del Sorga, e il luogo tranquillo e soave, atto alle meditazioni e agli studi, gli piacque, e lo amò per tutta la vita. Salito, per la sua vasta, profonda e varia dottrina e l'altissimo ingegno, in gran rinomanza, ebbe il 1» settembre l'offerta del lauro poetico dall'Università di Parigi e dal Senato di Roma. II Petrarca, lieto e commosso per cosi alto onore (da lui stesso, come pare, cercato), preferì, fors* anche per consiglio di Giovanni Colonna,
      Selvapiana (Da un disegno di Fed. Lose, nelle Rime del Petrarca, ed. Marsand, 1819-20).
      Roma a Parigi, e dopo essere stato esaminato da Roberto di Napoli, che lo proclamò degno di corona, ebbe la fronda trionfale in Campidoglio, dalle mani del senatore Orso delI'An-guillara, il dì di Pasqua del 1341. Con Azzo da Correggio si condusse quindi a Parma, dove nelle pendici frondose di Selvapiana gli parve di ritrovai-e le solinghe dolcezze di Valchiusa: ma non vi stette a lungo; e tornato ad Avignone, s'incontrò con Cola di Rienzo; poi nel '43 andò a Napoli, legato di Clemente VI, per tutelare nella Corte di Giovanna i diritti della santa Sede. Fu quindi, di nuovo, nell'Italia superiore e in Francia. A Verona (1343) ebbe la ventura di ritrovare le lettere di Cicerone ad Atticum; ad Avignone (1316) vide le feste in onore di Carlo di Lussemburgo. Nel '47 mosse verso Roma, dove Cola di Rienzo tentava di restaurare l'antica Repubblica: ma le notizie della mala riuscita dell'impresa superba lo distolsero a


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Almanacco Italiano 1904 (parte seconda)
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 672

   

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