Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di
per chi scrive e fa stampareChi scrive per la stampa tenga presenti queste avvertenze:
1) L'originale o manoscritto sia scritto con calligrafia leggibile, su linee equidistanti e di uguale lunghezza. Questo renderà possibile il conto preventivo della mole del volume. Da raccomandarsi caldamente l'uso delle macchine da scrivere, che dovrebbero essere più diffuse in Italia (vedi Almanacco Italiano, 1902, pag. 472). In America, agli originali non tiposcritti le stamperie applicano una soprattassa.
2) Si scriva sopra una sola parte del foglio, perchè spesso, in tipografia, al compositore o al correttore, può occorrere di dividere un foglio.
3) Il formato più conveniente è quello della carta da lettere.
4) Scrivendo si lasci sempre nella pagina un margine libero di circa un quarto della larghezza.
5) Quando occorre di fare delle osservazioni o raccomandazioni al tipografo, si facciano in margine, e si chiudano con un tratto circolare di penna.
6) I diversi caratteri, da impiegarsi nella stampa, oltre il tondo che è l'ordinario, si indicano con i seguenti segni convenzionali:
Corsivo Corsivo
Maiuscoletto maiuscolettoMaiuscole di tondo MAIUSC.DI TONDO
Maiuscole di corsivo MAIUSC. DI COR-
__si roNerino Nerino
7) Quando si vogliano dividere due paragrafi consecutivi dell'originale con un a capo, basterà fare là dove si vuole un capoverso, il segno ] [; e viceversa se si vuole fare comporre di seguito due paragrafi distinti dell'originale, basterà riunirli con un tratto di penna.
8) Scrivete con molta nitidezza le parole straniere, classiche o tecniche, i nomi propri.
9) Numerate ogni foglio dell'originale; e il numero sia messo o in un angolo o in basso, o anche nel mezzo.
10) Contate nella numerazione tutti i fogli, anche di formato più piccolo, e anche se contengano pòche righe soltanto.
Se si voglia conoscere la mole che prenderà in stampa un dato lavoro, si procederà nel modo seguente. Composta una pagina di saggio della grandezza e nel carattere prescelti, o anche scelta la pagina di un volume che si prende per tipo, si conteranno le lettere, gli spazi e interpunzioni contenute in dieci righe piene e di giusta spazieggiatura: la somma risultante si dividerà per dieci e la media si moltiplicherà per il numero delie righe di cui è formata la pagina di saggio. Quindi si conteranno ugualmente le lettere,
gli spazi e l'interpunzione di dieci righe piene e di giusta spazieggiatura dell'originale, e la media di esse si moltiplicherà prima per il numero medio delle righe contenute in una pagina del manoscritto, e poi per il numero delle pagine, e si avrà cosi il numero totale delle lettere contenute in tutto il manoscritto. Diviso questo prodotto per il numero delle lettere entrate nella pagina di saggio, il quoziente rappresenterà, con una certa approssimazione, il numero delle pagine di cui consterà il testo dell'opera: vi si aggiunganole pagine occorrenti per i preliminari (occhietto, frontespizio, e prefazione) e quelle dell'indice, e il risultato finale sarà sempre molto vicino al vero.
L'autore che voglia pubblicare un suo libro, dovrà, d'ordinario, rivolgersi ad un editore, ed affidargli il suo lavoro a condizioni che devono risultare da un contratto regolare in carta bollata. Qualche volta i contraenti si limitano ad uno scambio di lettere nelle quali sono ripetuti ed esplicitamente accettati i patti convenuti. Vi sono diverse forme di contratti di edizione: A) l'autore può vendere all'editore per un compenso determinato la proprietà di un manoscritto; B) oppure può vendere il airitto di fare tuia o più edizioni di un determinato numero di copie; C) l'autore pubblica a sue proprie spese e rischio, incaricando l'editore dello spaccio del libro dietro il rilascio di una percentuale sul prezzo lordo; D) l'autore e l'editore dividono .rischi e profitti; E) l'editore assume i rischi, dividendo con l'autore i profitti, meno una convenuta commissione; F) l'editore assume il rischio, a condizione che gli sia assicurata la vendita di un certo numero di copie, e dividendo i profitti secondo una delle combinazioni precedenti; 6?) l'opera è pubblicata per sottoscrizióne. La combinazione più comune è quella segnata alla lettera B), e ordinariamente è la più accetta anche agli autori; ma se si tratta di libri che possono avere, in caso di successo, uno spaccio grandissimo, la combinazione più favorevole agli interessi dell'autore, è la E). In pochissimi casi conviene all'autore di fare l'editore di sè medesimo; e anche nei casi in cui questo può convenire (p. es. nelle edizioni scolastiche), è sempre più dignitoso per l'au-ture di lasciare la cura delle pratiche e delle insistenze per lo spaccio ad una terza persona. Da qualche tempo c'è in molti paesi d'Europa un movimento vivissimo in favore dell'adozione di una legge, che regoli i rapporti fra autori e editori, ossia fissi il contratto di edizione: s'intende che questa legge dovrebbe aver forza soltanto in mancanza di convenzioni scritte speciali operi casi omessi nel contratto o risoluti da esso in forma dubbia. Qualche cosa di simile hanno già l'Ungheria fin dal 1875 e la Svizzera dal 1889: e dei progetti di legge furono proposti, discussi e raccomandati ai governi nei diversi Congressi internazionali dell'Associazione letteraria ed artistica internazionale e nei Congressi internazionali degli Editori.
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