Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di

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      di un punto; scuola è la casa or dell'una o dell'altra, dovunque siano due mani intente a intrecciar punti sulla tela.
      Un'altra scuola di ricami fiorisce a Bologna, per opera della contessa Cavazza: e non è se non una sezione di quella Aemiliae Ars che tanto ha contribuito a far risorgere in questa regione lo smarrito gusto per le sane tradizioni dell'arte italiana. La contessa Cavazza dà lavoro a centinaia di donne e ha una vendita annua di centomila lire.
      A Roma, sotto l'assidua e intelligente direzione della signora Liliah Ascoli, va rapidamente sviluppandosi un laboratorio per ricamo (fig. 6), che dall'annessa scuola s'intitola al nome di Giuseppe Mazzini. Qui educazione, istruzione e lavoro procedono di pari passo; si che dai banchi dove si cibano del pane spirituale, le figlie del popolo passano a quelli dove le loro mani imparano a conquistarsi il capitale che nessuno potrà loro carpire: quella capacità al lavoro che sole potrà renderle indipendenti e mantenerle oneste a traverso la vita.
      Anche all'Antella, presso Firenze, la maestra signora Clara Onori ha fondato un piccolo laboratorio dove si eseguiscono principalmente quei lavori in tela sfilata che sono oggi tanto di moda (fig. 7), e che si applicano sopra tutto alla biancheria per tavola.
      Ma in altre regioni l'arte del ricamo è tradizionale, e chi volle venire in aiuto di quelle popolazioni non ebbe altro da fare se non chinarsi per raccogliere le morenti tradizioni.
      Così fecero negli Abruzzi, miss Luck e la marchesa De Viti di Marco, radunando entrambe buon numero di esemplari di antichi lavori atti a servire di base alle future riproduzioni. S. M. la Regina Madre, che s'interessa vivamente a questo meraviglioso rifiorire di femminile industria, ha ordinato infatti la riproduzione di una federa ricamata a punto a reticella (fig. 8), antico lavoro delle contadine di Peseocostanzo.
      Ma non soltanto i varii oggetti di biancheria per casa, bensì anche i costumi degli abitanti costituivano un tempo nell'ameno paesello materia di arte. Ho veduto, ad esempio, dei grembiuli in tela tessuta a mano, ornati, all'estremità inferiore, di un'altissima balza a punto a reticella, in seta rossa; che serve di sfondo a un bizzarro disegno formata dalla stoffa stessa, e raffigurante per lo più episodi di caccie, simboli strani, scene famigliari, animali, piante ec. (fig. 9).
      Anche in Val Seriana i costumi femminili sono di un'alta espressione artistica. La camicia che a sbuffi esce dal corpetto scuro, è tutta ricamata a punto avorio; nè vi è in essa cucitura di sorta, le varie parti essendo unite tra loro — con raffinatezza d'arte veramente squisita — da un piccolo bordo del vaghissimo punto. Del medesimo punto è pure adorna l'ampia sciarpa di tela che portano le vedove, e che dal sommo del capo scendeloro ai piedi (fig. 10). La contessa Suardi pensò di applicare il puuto avorio a oggetti di uso famigliare, come tovaglie, centri da tavola, sottocoppe, asciugamani e via discorrendo; in modo che quell'espressione d'arte che un tempo viveva e si nutriva unicamente di sò
      Fig. 10. — Costume delle donne della Val Seriana.
      stessa e per sè stessa, serve oggi come mezzo a procurare onesto guadagno a baon numero di contadine.
      Non vanno infine dimenticati i lavori al modano che la contessa Spalletti importò a Lucclano e a Quarrata, in Toscana. Fioriva, o meglio si trascinava penosamente, in questi paeselli, l'industria della treccia. Non è chi non sappia in quali deplorevoli condizioni versino le trecciaiole tutte : sia perchè la paglia di Firenze non è più di moda, sia perchè l'America, verso la quale era un tempo diretta gran parte della produzione, si è oggi emancipata iniziando essa stessa vaste piantagioni di grano da paglia. Ma non per questo è diminuito il numero delle trecciaiuole. Come giustamente osserva Pasquale Villari nei suoi Studi sulla questione sociale in Italia, manca da noi la facoltà di evolvere, commercialmente parlando, seguendo i capricci della moda: regna invece l'ostinazione a perseverare in un dato indirizzo, senza tener conto dei nuovi tempi e dei bisogni nuovi. Questo difetto colpì la contessa Spalletti, che ideò di sostituire, nei due paeselli, all'inutilearricciolina-migone zione, alla quale abbiamo dedicato scrii studii, si dà alla Capigliatura una arricciatura persistente, rendendola in pari tempo morbida, lucida e fluente. — Si vende in fiale da L. 1,25 cadauna, cent. 80 per la spedizione, 3 fiale L. 4, franche di porto.


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Almanacco Italiano 1904 (parte seconda)
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 672

   

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