Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di
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ncsi dati nomi basati, oltre che sui diversi loro caratteri di sapore, di colore, di profumo, ec. anche da queste cause che ho notato a che specialmente influiscono a determinarle.
In alcuni the sopraffini, per aumentarne il profumo e la delicatezza, usano aggiungere nella loro preparazione, ossia durante il riscaldamento, fiori aromatici e odorosi, come pètali di rose e di gelsomini; così il Pekoe viene profumato coi fiori dell' Olea fragrane. Essi rientrano nella categoria dei the profumati, ma simili odori sono assai fugaci e non determinano alcuna modificazione importante da renderli particolarmente ricercati.
Moltissime sono le varietà di the commerciali: i chinesi ne contano fino a 150, ma le più usate in Europa si riducono circa a una dozzina. Era le maggiormente conosciute e pregiate si considerano le seguenti: Pekoe, Sonchang, Hyson, Congo, The perla, The Imperiale, ec.
Naturalmente la preferenza per l'una o per l'altra qualità dipende dal gusto di chi l'usa, ma tutti i buongustai sono d'accordo nell'adoperare un misto fatto con the verde e nero, piuttosto che di un solo colore. Si ottiene un ottimo infuso mescolando parti uguali di the Pekoe e di Sonchang, e per chi non ha molta pratica nel preparare questa bevanda, consiglio di tenersi alla presente istruzione.
Nella scelta del the, più che al nome, conviene badare al profumo che svolge, ed è opportuno comprarlo da stimati commercianti, e non dare la preferenza alle qualità meno costose, che sono sempre variamente alterate.
Acquistando il the (specialmente chi ne fa grande consumo) è necessario, oltre alla scelta della buona qualità, di tener presente che facilmente si può essere ingannati dalle molte adulterazioni, poiché anche l'aromatica e voluttuosa foglia chinese non è stata risparmiata dai falsificatori, i quali in molte e differenti maniere preparauo sofisticazioni non sempre facili a riconoscersi e spesso dannose.
La frode più innocua e comune consisto nel sostituire una varietà mediocre ad una ottima. Così, ad esempio, si vende spesso del Sonchang per Pekoe, ma questo inganno non può valere che per gl'inesperti, perchè il Pekoe presenta nei suoi minuti cilindretti due colori, il chiaro e il bruno, mentre l'altro è di. un color scuro unifoxme. E così pure chi è pratico riconosce facilmente l'inganno per altre qualità, osservando i caratteri che sono speciali a ciascuna.
Comune è pure l'aggiunta al the di materie minerali allo scopo di aumentarne il peso e il volume; fra queste si riscontrano frequentemente ferro magnetico, sabbie fer-rugginose, materie silicee ed altre sostanze ancora. Non è difficile riconoscerle anche con mezzi molto comuni. Osservando l'infuso si troverà torbido e lascierà deporre le sostanze eterogenee che vi furono aggiunte.
Altra falsificazione comune e che più delle altre può riuscire molto dannosa, consiste nel colorire artificialmente il the. Quando la tintura è fatta con sostanze vegetali e innocue non merita speciale attenzione, ma molto spesso la materia che serve per quest'uso è nociva alla salute. Le sostanze generalmente adoperate per tingere il the sono: l'indaco, l'azzurro di Prussia, la curcuma, il cromato di piombo, il solfato di ferro, il verderame, l'estratto di campeggio, il gesso, il caolino, la grafite. La tintura artificiale del the è però quasi sempre facile a scoprirsi. Oltre alle esatte ricerche che si possono fare col microscopio e mediante speciali reazioni chimiche, una prova molto facile e comune per vedere se il the è tinto può farsi in questo modo: bagnando la qualità sospetta con dell'acqua e quindi distendendola sopra una carta bianca si vedrà su questa apparire color verde, giallo o nero, secondo la tinta adoperata.
Ingegnosa è pure la falsificazione ottenuta con la sostituzione di foglie diverse da quelle del the. Specialmente nella China e nel Giappone è molto ricca la flora falsarla per questa pianta, e fra le più usate vi sono le foglie di salici, !e quali in primavera si raccolgono appena nascenti, quindi vengono arrostite e accomodate a dovere per essere aggiunte a quelle del the nella non piccola proporzione del 10 al 20 per cento. Sono pure molto adoperate, le foglie di sambuco, del frassino, dell'olivo, dell' olmdr-di fragole, di rosa, di camelia, ec. Essendo fatta questa falsificazione sempre molto bene, non riesce facile di riconoscerla a colpo d'occhio. Però, mediante opportune ricerche con buone lenti o con mezzi chimici, anche questo inganno può venire presto scoperto. Ponendo un poco di detto the nell'acqua a rammollire e stendendo quindi bene la foglia, dalla struttura se ne arguisce la provenienza.
Noto per ultima un'altra frode, e cioè la rlvivificazione dei the già adoperati. I Chinesi vendono del the che ha già servito e che quindi è spoglio dei principil solubili che danno all'infuso il profumo particolare e le sensazioni tanto piacevoli.
Dopo averlo disseccato, colorito e preparato come se fosse fresco, lo mettono di nuovo in commercio. Questa frode si fa anche in Europa, e specialmente in Inghilterra, dove il consumo è grandissimo : nelle città, le foglie del the già adoperate, raccolte specialmente negli alberghi e nei caffè, sono vendute a gente che si dedica a questa poco leale industria, e che s'incarica di risuscitarle a nuova vita. Anche per riscontrare questo inganno non mancano i mezzi, e seguendo quelli che ho già indicati per le altre falsificazioni, éi riesce a scoprirla con certezza e facilmente. Mettendone una foglia nell'acqua, questa, se il the è stato adoperato, si colora e diviene torbida.
Molto mi sono dilungata sopra questo ar-
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( Vedi annunzio di fronte al frontespizio).
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