Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di
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pulmoninaSciroppo BOUTY alla Fulmonina.
Quali sono la malattie, che vengono guarite dallo sciroppo Bouty alla Pulmonina?
La cura delle malattie in genere fatta con l prodotti organici è un metodo terapico assolutamente scientifico. La organo-terapia cominciò ad avere le sue razionali applicazioni dopo la comunicazione, che nel 1S89 Brown-Séquard fece alla Sociéié de Biologie di Parigi. Tra le malattie, che possono essere efficacemente curate con l'organo-terapia, quelle dell'apparato respiratorio (reumatismo, bronchite, tubercolosi, catarro, asma) se ne possono avvantaggiare più di tutte, quando si abbia l'accortezza di curarle fin dal loro insorgere. Se invece vengono trascurate, allora stancano il polmone, lo indeboliscono e lo rendono propizio terreno di attecchimento di un germe terribile: del bacillo della tubercolosi.
La medicazione organica a base di Pulmonina è il metodo curativo più razionale, poiché essa viene in aiuto della Natura, aumentando il suo potere naturale di resistenza,
ovvero supplendolo, se esso viene momentaneamente a mancare.
Come si deve prendere lo sciroppo Bouty alla Pulmonina?
Lo sciroppo Bouty alla Pulmonina, preparato con pulmone fresco e sano di agnello, torna gradito al gusto e riesce di reale efficacia, come risulta da molteplici esperienze fatte da Clinici autorevoli.
Agli adulti se ne somministrano 4 cucchiaiate da zuppa al giorno: una la mattina allo svegliarsi, un' altra alle 10, una terza alle 17, e l'ultima all'ora del sonno.
Al disotto di 12 anni si somministrerà a cucchiaini da caffè, invece di cucchiaiate da zuppa. Non si debbono sorpassare queste dosi.
Lo sciroppo Bouty alla Pulmonina può essere preso assoluto, ma è preferibile mescolarlo con un po'di latte leggermente tiepido. Tauto il latte quanto ogni altro liquido, che si voglia usare per la mescolanza, non dev' essere bollente, poiché il calore distrugge il principio attivo della Pulmonina.
tfUCLENALE BOUTYIl Nnclenale, che viene preparato nei Laboratori! Bouty in forma di tavolette, risulta essenzialmente di nucleine: di qui il suo nome.
Le nucleine, scoverte da Miescher nel 1866, sono delle proteine fosforate, e precisamente la combinazione di un acido organico ricco di fosforo — l'acido nucleinico — con una sostanza proteica. Si trovano in grande quantità nei leucociti, negli eritrociti nucleati, nel timo, nella milza, nei pulmoni, nello sperma, nei testicoli, nel fegato, nei reni, nel cervello, nella tiroide, nel tuorlo, nelle cellule del lievito di birra, nel latte di vacca ec. Qualunque sia il tessuto o l'organo o la secrezione, che si prende in esame, si trova sempre la nucleina come la principale e la più abbondante delle sostanze proteiche.
Data la ricchezza in fosforo delle nucleine, si comprende di leggieri quale importantissima azione esse debbano spiegare nell'organismo animale, come agenti stimolanti della crescenza, delio sviluppo e della riproduzione. È noto, infatti, che di tutti gli elementi minerali il fosforo è il più importante, sia perchè entra nella composizione di ogni tessuto, sia perchè prende una parte essenziale nel processo istogenetico. Di qui la capitale importanza, che in questi ultimi anni giustamente son venute acquistando le preparazioni organiche di fosforo, quali l'acido fosfo-glice-rico, i glicerofosfati alcalini e terrosi, e spe-
cialmente le leucitine. Ora le nucleine, che costituiscono quasi esclusivamente il nucleo-plasma, contengono una percentuale di fosforo organico ancor maggiore di queste ultime.
Le nucleine furono introdotte in terapia da Horbaczewski, il quale trovò che esse hanno la proprietà di stimolare potentemente la produzione dei leucociti, il cui numero diviene in poco tempo, sotto la loro influenza, il doppio di quello che era prima (Ilahn). Il sangue defibrinato ottenuto durante il periodo iperleucocitario determinato dalle nucleine agisce assai più energicamente, come battericida, del siero fisiologico del medesimo animale. Di qui la iudicazione delle nucleine in processi infettivi.
Horbaczewski, somministrando 1-2 gr. al giorno di nucleina splenica, ottenne buoni risultati in casi di ulcerazioni croniche varicose delle gambe, nelle quali si determinò pronta deodorizzazione del secreto, rapida epidermizzazione e guarigione in un tempo relativamente breve. Con l'uso di detta nucleina ebbe a constatare favorevoli modificazioni in ostinate ed estese ulcerazioni sifilitiche, in ulcerazioni settiche degli organi genitali della donna, e nell'endometrite.
Negl'individui affetti da lupus notò esa-cerbazione dell'infiammazione locale e reazione generale, con elevamento della temperatura, come per la tubercolina, il che si spiega, secondo lui, per l'assorbimento di
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