Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di

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      a seconda della origine (nervosa o polmonare) dell'asma, e non può essere scelta che dal medico.
      Assideramento. — Può aversi o l'intirizzimento o il congelamento.
      1 sintomi dell'intirizzimento sono: tremito irresistibile, le mascelle s'intorpidiscono, il malato a fatica riesce a parlare. Movimenti incerti; depressione generale. Respirazione stentata, nasale.
      Abbassandosi sempre di più la temperatura esterna, all'intirizzimento succede l'assiderazione, la quale può essere lenta o rapida e quindi può aversi la morte per raffreddamento lento e continuo di tutto il corpo, o per raffreddamento rapido. Nel primo caso il movimento respiratorio si rallenta di più in più, e si ha congestione cerebrale. Nel secondo caso invece, diminuendo la contrazione del cuore, si muore per anemia cerebrale.
      La congelazione è la lesione prodotta dal freddo su d'una parte del corpo, e specialmente sulle sue estremità (naso, orecchi, mani, piedi). Come nelle scottature, gli effetti locali del freddo sono di tre gradi: rossore, formazione di bolle, gangrena della parte raffreddata.
      Soccorsi. — Si trasporti l'assiderato al riparo dal freddo intenso, ma non mai in una camera riscaldata, ciò potendo tornargli pericolosissimo. Indi si svesta con precauzione e si frizioni quindi colla neve; ma se questa manca, si adoperino panni ruvidi bagnati nell'acqua fredda. Quando il corpo fosse persistentemente irrigidito, si dia un bagno generale d'acqua freddissima, e durante il bagno si facciano le frizioni. Non rinvenendo l'assiderato, sol quando gli arti fossero almeno divenuti flessibili sotto le frizioni, si tenti la respirazione artificiale. Dando l'assiderato segni di vita, gli si faranno annusare aceto aromatico o ammoniaca, si collocherà in letto con gli arti alquanto sollevati, tenendolo in camera fredda la quale soltanto dopo due o tre giorni si potrà riscaldare gradatamente. Tornati completamente i sensi, ed essendo possibile la deglutizione, si somministri qualche cordiale (rum, cognac, ec.) a piccole cucchiaiate, allungato in un poco di acqua o di latte tepido, o meglio ancora nel caffè. — Nel caso di gangrena di qualche parte del corpo, attendendo il medico, si copra la parte con panno di lana e con molta ovatta, e se la gangrena fosse in uno degli arti, garantiti i medesimi come s'è detto, si mantengano in posizione piuttosto elevata.
      Avvelenamenti. — Le sostanze tossiche, cioè quelle che introdotte nell'organismo umano ne distruggono la vitalità, agiscono in due modi diversi. Le une irritano, corrodono e distruggono i tessuti: tali sono i caustici (ar-
      senico; fosforo; acido solforico, cloridrico, fenico; vitriolo; e gli alcali, come ammoniaca, calce viva, soda, potassa, ec.). Queste sostanze cagionano Immediatamente vomiti e atroci sofferenze allo stomaco e agl'intestini. Le altre agiscono stupefacendo, e queste sono i narcotici (oppio, morfina, belladonna, digitale, tabacco, acido prussico e cianidrico, alcool, cloroformio, stricnina, ec.) Queste sostanze attaccano principalmente i centri vitali! producendo incoscienza, stordimento, delirio, e paralizzano la respirazione polmonale e la funzione del cuore.
      Soccorsi generali. — In un caso qualsiasi di avvelenamento bisogna aver di mira: 1» di eliminare dallo stomaco il veleno; 2° di neutralizzarlo; 3° di combattere i sintomi consecutivi del dolore, dei disturbi della circolazione e della respirazione.
      Si allontana il veleno dallo stomaco provocando il vomito. Quando si arriva al momento istesso dell'accidente, bisogna facilitare all'avvelenato il vomito, cacciandogli le dita in gola, titillandogli l'ugola con una barba di penna, dandogli a bere molta acqua tiepida o calda con qualche pizzico di sai di cucina, o somministrandogli un vomitivo (5 a 10 centigr. di emetico, o un gr. di polvere di ipecacuana sciolta in 80 gr. di acqua calda data a bere a cucchiai poco per volta, fino ad ottenere il vomito).
      Se J/avvelenamento data da alcune ore, e il veleno è passato nell'intestino, giovano i purganti o i clisteri fatti con due cucchiai di sai di cucina in un bicchiere d'acqua tiepida.
      Per neutralizzare la sostanza tossica bisogna, al più presto possibile, essere informato della natura del veleno. Ma, in attesa del medico, è bene ricordarsi che gli acidi e gli alcali mutuamente si neutralizzano. Quindi, se l'avvelenamento è stato prodotto da un acido (acido solforico, nitrico, cloridrico, ossalico, acetico, ec.),si daranno immediatamente a bere degli alcali (1 a 2 cucchiaini da caffè di magnesia calcinata nell'acqua: acqua di sapone ; qualche goccia di ammoniaca in molta acqua). — A preservare lo stomaco e la faringe dalla causticazione del veleno, si dia a bere abbondantemente dell'olio di oliva o di mandorle dolci, o parecchi bianchi d'uovo sciolti in acqua.
      Negli avvelenamenti prodotti da alcali (ammoniaca liquida, acqua di liscivia, soda, potassa) si diano gli acidi (aceto diluito, acido citrico, succo di limone, conserve di frutti acidi).
      Negli avvelenamenti per sostanze vegetali narcotiche, si tenga sempre desto il paziente, dandogli del caffè carico e caldo per bocca o per clisteri. Gli si applichino delle compresse fredde sul capo ; gli si spruzzi il volto e il petto con acqua fredda; gli si facciano dei piediluvi senapizzati; gli si diano delle docciature calde e fredde alternateJOCKEY-SAYON
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Almanacco Italiano 1904 (parte seconda)
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 672

   

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