Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di

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      amento che dal petto sale alla gola {bolo isterico), la paziente impallidisce, accusa forti palpitazioni, affanno e mancanza di respiro, indi s'agita e contorce, e, priva di sensi, cade a terra, dibattendosi. Il viso si contorce e ad ogni istante, si hanno singhiozzi e pianti alternati a riso; talvolta succede un periodo più o meno breve di sincope.
      Soccorsi. — SI slaccino alla paziente gli abiti e gli si spruzzi d'acqua il viso; gli si dia ad annusare acqua di Colonia, aceto, o ammoniaca.
      Convulsioni epilettiche. — Sintomi. — II malato emette un grido e stramazza al suolo incosciente. Espressione terrificante del viso; gli occhi convergono e rotano nell'orbita, i denti stridono, esce della spuma dalla bocca; contorcimenti di tutto il corpo.
      Soccorsi. — Durante l'accesso bisogna curare che l'epilettico, dibattendosi sotto le convulsioni, non abbia a farsi del male urtando contro qualsiasi cosa: se la lingua si caccia fra 1 denti, si avrà cura di frapporre sollecitamente fra le arcate dentarie la punta annodata d'un fazzoletto, onde evitare che la lingua sia morsicata; ed anche le mani dello epilettico si avviluppino, durante l'accesso, in una tovaglia, per modo che il malato nel portarle alla bocca non le morsichi a sangue. La sorveglianza sull'epilettico deve essere prolungata fino a tanto che non si sia convinti che II paziente sia ritornato cosciente di sè medesimo e sia caduto in un sonno profondo e tranquillo.
      Convulsioni durante la gravidanza. — Queste son rare; e quando si manifestano, sono indizio di gravi complicazioni, ossia della cosi detta eclampsia delle gravide.
      Sintomi. — Le convulsioni sono generalizzate a tutto il corpo. Volto cianotico, respirazione affannosa, singhiozzi, polso piccolo e frequente, abbondante sudore. La durata dell'accesso è di circa dieci minuti, ma possono susseguirsi più accessi.
      Soccorsi. — In attesa del medico, aspersioni di acqua fredda sul capo, sul viso o snl petto; senapismi alle braccia e agli arti inferiori; clisteri purganti in caso di stitichezza abituale. Internamente laudano, da 10-15 gocce in acqua inzuccherata.
      Convulsisni da intossicazioni croniche (uremia nella nefrite cronica, diabete). — Non si hanno cure urgenti da fare. Astenersi dal somministrare calmanti (bromuro, cloralio, ec.) prima dell'arrivo del medico.
      Delirio. — Nel decorso di malaitie acute, infettive (meningite, polmonite, tifo, ec.), in certi casi di ubriachezza, ec., l'ammalato a grado a grado o subitamente comincia a parlare sconnessamente, si esalta, ha lo sguardo fisso, la fisonomia alterata e manifesta volontà strane ed imperiose. Fin quisi ha 11 delirio tranquillo; aggravandosi 1 fenomeni, si può avere 11 delirio furioso.
      Soccorsi. — Assistenza continua ed accorta sul delirante; nel delirio furioso, ca-micia di forza o di sicurezza; evitare ogni eccitazione. Se 11 delirante è un bevitore, dare un po' di vino generoso o di cognac allungato nell'acqua. Quando 11 delirio si accompagna con febbre, giovano pezze fredde o, meglio, la vescica di ghiaccio sul capo.
      Distorsioni {Storte). — È un brusco stiramento dei legamenti delle articolazioni con contusione dei tessuti molli e delle ossa che compongono l'articolazione.
      Sintomi. — Gonfiore e dolori acuti dell'articolazione, specialmente ai movimenti.
      Soccorsi. — Riposo dell'articolazione; nettezza e bagnature fredde sulla medesima; massaggio, cessato il periodo Infiammatorio; bendaggio; se necessario, il trasporto del paziente; soccorrere il suo stato generale.
      Emorragie. — Fuoriuscita più o meno copiosa di sangue dai vasi sanguigni per lesione di continuità avvenuta nei medesimi. L'emorragia quindi può essere arteriosa, venosa o capillare a seconda della rottura d'un' arteria, d'una vena o di vasi capillari.
      Sintomi. — L'emorragia arteriosa è a getti ; il sangue è di un rosso vivo. La venosa "è a fiotto largo e 11 sangue è di un rosso scuro. La fuoriuscita del sangue dai capillari più che una emorragia è uno stillicidio.
      Soccorsi. — Esaminare prontamente e bene 11 ferito, senza disturbare con movimenti bruschi la parte ferita. Se questa è coperta dalle vestimenta, è meglio scucirlo o tagliarle anzi che levarle, come ordinariamente si usa. Se la ferita è in uno degli arti, l'emorragia si arresta ravvicinando i margini della ferita e comprimendoli con la mano o con un battuffolo contro l'osso sottostante, indi immediatamente si stringa, superiormente alla ferita, un fazzoletto o un pezzo di benda od altro intorno all'arto, e poi si bendi In modo che la compressione cada sovrattutto al di sopra della ferita o al disotto, secondo che la emorragia è arteriosa o venosa. L'arto si mantenga più eh' è possibile sollevato. — Nelle ferite del capo si arresta la emorragia comprimendo col polpastrello del pollice la ferita stessa contro l'osso sottostante, ed applicandovi poi un bendaggio compressivo. — Nello ferite del collo si arresta l'emorragia comprimendo col pollice o colle dita allineate il vaso reciso contro le vertebre del collo. — Nelle ferite del tronco, se sul torace, l'emorragia si arresta facendo un poco di compressione sulla ferita ovvero il bendaggio compressivo; ma se le ferite sono sul vèntre, e penetranti In cavità con interessamento di qualche grossa arteria o vena, il caso è quasi disperato, nè c'è daCHININA - MIGONE
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Almanacco Italiano 1904 (parte seconda)
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 672

   

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