Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di
CONTRO LA MALARIA NEL 1902
L'Almanacco Italiano narrò l'anno scorso (pag. 347-350) per quale via si venne dall'illustre G. B. Grassi a stabilire positivamente il modo di trasmissione dell'infezione malarica dall'uomo malato alla zanzara anopheles e dalla zanzara anopheles all'uomo sano.
Questa importante scoperta scientifica, accertata dal Grassi con una serietà sperimentale riconosciuta da tutti gli scienziati d'Italia e dell'estero, ebbe, nell'aprile del 1903, una solenne sanzione anche dal Congresso Internazionale di Medicina tenutosi a Madrid, dove i congressisti, all'unanimità, conferirono a G. B. Grassi il premio della città di Parigi, destinato a chi avesse con le proprie scoperte maggiormente avvantaggiate le scienze mediche. E poco prima l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere aveva assegnato appunto al Grassi il premio di fondazione Canonica per una scoperta ben provata sulla natura del miasmi e dei contagi.
In fatto, 1' avere potuto stabilire nettamente come si propaga la malaria, ha condotto logicamente la pratica scientifica ai metodi curativi e preventivi più razionali, che il Grassi, in un suo recente volumetto (Come si propaga la malaria, Milano, Roncati, 1903, pag. 72, con due tavole) riassume. " La nuova dottrina — egli dice — è questa: La malaria non esiste nel senso stretto della parola. Esistono soltanto gei-mi malarici neU' Uomo e negli Anofeli; nell' Uomo per tutto l'anno, negli Anofeli quasi soltanto negli ultimi sette mesi dell'anno. Cioè, nei primi cinque mesi dell'anno non si trovano, salvo casi eccezionalissimi, zanzare malarifere, capaci di infettarci, ma soltanto uomini nei quali persiste l'infezione acquisita nelle precedenti stagioni malariche. Soltanto quelli tra essi che dopo i cinque mesi non malarici (gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio), cioè, d'interruzione dell'epidemia, entrano ancora infetti nella successiva stagione malarica, sono capaci di infettare gli Anofeli: si deve per ciò ammettere la possibilità di perpetuare la detta interruzione. In breve, nei primi cinque mesi dell'anno il luogo malarico si trasforma in complesso in un sanatorio. Approfittiamone, per curarvi tutti i malarici, in modo che nella stagione malarica (da giugno a dicembre inclusivi)-alle zanzare malarifere manchi l'occasione di infettarsi e di infettare alla loro volta l'uomo.
„ Per conseguenza, gl'individui infetti di malaria nei luoghi malarici — dal giugno al dicembre — sono da riguardarsi come contagiosi, come pericolosi, per quanto il contagio sia indiretto, richiedendo l'intervento delle zanzare anofele. Occorre dunque curare con ogni attenzione gli uomini malarici soprattutto in quel tempo nel quale essi sono infetti, mentre non lo sono ancora le zanzare malarifere. La cura di un individuo prima o all'inizio della nuova stagione malarica riesce più efficace di cento guarigioni durante la stagione malarica. La cura dei malarici — ossia il bonificamento umano, come lo ha definito il Grassi — è dunque la via maestra che ci deve guidare nella profilassi. .
Per riuscire dunque al bonificamento umano il Grassi viene a queste conclusioni:
* Io credo che si dovrebbe sottoporre alla cura intensiva di chinino, arsenico, ferro e sostanze amare (Esanofele) tutti gl'individui che nell'ultimo biennio — specialmente durante la stagione delle febbri — hanno soggiornato più o meno a lungo nei luoghi malarici. Questa cura intensiva dovrebbe farsi a gennaio, e ripetersi nella seconda metà di marzo e nella seconda metà di giugno. Ogni caso di recidiva che, ciò non ostante, si verificasse, dovrebbe sottoporsi ad una nuova cura intensiva, susseguita da una cura attenuata di un mese. Per cura intensiva intendo una cura della durata di 15 giorni, nei quali l'individuo adulto prenda giornalmente non meno di 70 centigrammi di bicloruro di chinino, oltre a 6 milligrammi di arsenico, nonché convenienti dosi di ferro e di principii amari, e gli altri individui prendano gli stessi rimedii in dosi proporzionate all'età. Perla cura attenuata si adopera una dose giornaliera equivalente a un terzo di quella sopraddetta.
„ Se la cura s'intraprende durante la stagione malarica, occorre tener presenti non soltanto le recidive, ma anche le nuove infezioni primitive. „
Fin qui il Grassi, il quale dice che nel lungo esperimento da lui fatto ad Ostia nel 1901 e in quello fatto a Nona (Dalmazia) dal dottor Battara, ufficiale sanitario del governoKona. — L'ex cattedbàle.
austriaco, per iniziativa del governo stesso nel 1902, si sono raggiunti risultati veramente mirabili colla suddetta cura attenuata, premettendo però una cura intensiva per tutti gl'individui passibili di recidive,
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