Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di

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      le nostre scuole all'estero
      ( BREVI CENNI STORICI )
      La prima istruzione impartita ai nostri coloni nei paesi bagnati dal Mediterraneo si deve ai padri di Terrasanta. Italiani, predicavano e scrivevano nella lingua natia gli atti del loro ministero che ebbe per le nascite, le morti e i matrimoni effetti legali, e l'adoperarono nelle loro scolette, intese piuttosto che ad istruire, a preparare i fanciulli ai servizi della chiesa, alla cresima ed alla comunione.
      Alessandria, Cairo, Costantinopoli, Smirne erano in quel tempo specialmente il refugio degl'italiani che le condizioni politiche della penisola costringevano ad emigrare, mentre la Tunisia, la Tripolitania, la Grecia accoglievano operai, gente di mestiere e trafficatori, tanto che il porto franco di Livorno era il deposito di tutte le merci dirette a quelle regioni, specie alle due prime.
      In Egitto i rifugiati politici furono molti, e di così alta levatura, che riuscirono a costituire la lingua italiana sopra tutte le lingue europee che vi si parlavano, a occupare gli uffici più alti nell'amministrazione di quel paese, e ad ottenere che tutte le disposizioni di ordine pubblico risguardanti gli Europei fossero redatte e pubblicate in italiano. E sarebbe qui bello e doveroso un cenno anche affrettato dei nostri connazionali che aprirono le prime vie allo studio dell'antichità, della medicina, delle leggi, dell'agricoltura in quel paese; ma poiché l'argomento questo a me non consente, almeno mi sia lecito di domandare quando, rivendicando l'opera di quei nostri connazionali, sarà scritta da uno di noi la prefazione ai volumi che per gloria del loro paese hanno scritto e scrivono 1 francesi, che dei nostri furono successori.
      Tornando alle scuole; prima la Francia con i Lazzaristi impegnò in Egitto e in tutto l'Oriente vicino, una lotta che fu vittoriosa, contro la lingua italiana. La quale non sostenuta da una forte potenza politica, dovette ben presto soccombere e cedere il posto all'emula sua, che combatteva sorretta da forza immensa di denaro e di attività diplomatica. Ma non scomparve. Le colonie molto numerose e la lunga tradizione che la rendeva e la rende sempre accetta, anzi gradita agl'indigeni, la conservarono.
      Le nostre colonie, ferite nel cuore dai solpi degli avversari, a difendere quanto più potevano l'autorità del nome italiano, pensarono alle scuole.
      Sorse qualche istituto privato a Costantinopoli, nelle isole Jonie, in Egitto, a Smirne, a Scio, dove nel 1863 un Giustiniani vescovo, obbligò i Fratelli delle scuole cristiane a ces-
      sare da ogni insegnamento italiano, e in altri pochi luoghi.
      E i padri di Terrasanta cercarono anch'essi, di opporsi alla irruente propaganda dei Lazzaristi. Ma era dovunque una lotta impari, combattuta in nome dell'onore non per la speranza di una vittoria.
      Nell'anno 1861 le scuole italiane all'estero, ebbero veramente la prima loro costituzione.
      A festeggiare la proclamazione del Regno d'Italia, la colonia di Alessandria d'Egitto sottoscrisse in un giorno quasi 200,000 lire per la fondazione di un collegio italiano. 11 Kedive Ismail Pascià regalò 60,000 lire. Nel 1862 il collegio era inaugurato.
      L'esempio di Alessandria fu la scintilla che comunicò a tutte le colonie il desiderio di proprie scuole, e la volontà ferma di istituirle. Costantinopoli, Tunisi, Smirne, Salonicco ebbero Immediatamente istituti d'istruzione maschili; a Cairo la massoneria iniziò con la istituzione di una scuola lodevolmente governata, quel nucleo attorno al quale si formò poi la Società di beneficenza, che fu la promotrice di un Collegio d'istruzione elementare e tecnica, che diede e continua a dare ottimi resultati.
      E così anche a Costantinopoli la massoneria istituì una scuola, prevenendo l'opera della colonia e del governo.
      Non vi fu, dopo il 1863, centro un po'importante del vicino Oriente, che non avesse scuole nostre. Sola Tripoli di Barberìa, quella Tripoli che meritava più vive le cure del governo italiano, rimase priva di scuola. La istituì poi (privatamente) la comunità israelitica.
      Una scuola elementare femminile assai più tardi vi apersero due sorelle livornesi, le signore Marulli, ora degne maestre nelle scuole coloniali dello Stato.
      Ma le scuole procedevano a sbalzi. Curate poco al loro nascere dal governo centrale, meno amate da molti consoli cho le consideravano soltanto come cagione di noie e di inutile lavoro, o le avversavano perchè sorgevano in nome della grande patria italiana che essi, passati a noi dagli Stati caduti, non intendevano e non avevano cara; prive talora anche dei sussidi! promessi e dal Governo e dal Parlamento; sballottate fra il Ministero degli Esteri e quello della Istruzione, che poco sopportavano reciprocamente la comunanza di autorità sopra di esse, stavano per cadere, quando a salvarle, dopo venti anni di teu-
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Almanacco Italiano 1904 (parte seconda)
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 672

   

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