Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di
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Certo la produzione drammatica di lui, tutta latte e miele, svolgentesi su soggetti presi ad imprestito da un medioevo posticcio, è inferiore di merito alle concezioni moderne di lui: ma però egli resterà sempre il dolce padrino delle Jolande e dei paggi Fernandi, ed il pubblico muliebre gli serberà il miglior posto nel cuore. Noi, invece, serberemo il posto d'onore a Tristi Amori, Dritti dell' Anima, Come le foglie, dove lo studio dell' anima umana è più forte ed eloquente delle svenevolezze apocrife medioevaii. Gerolamo Ro-vetta tenta ancb'egli il dramma e la comedia, riuscendo, or sì, or no, cón successo. Dalla Trilogia di Dorina ai Disonesti, da Principio di secolo a Romanticismo le platee italiane hanno avuto di che festeggiare il fortunato autore, che non riposa sugli allòri. Giovanni Verga ci dà invece una comedia, forte, semplice, eon caratteristiche proprie di una data regione, e Cavalleria Rusticana e La Lupa non si dimenticheranno cosi facilmente.
Niente accenna a farci supporre che Luigi Capuana — che dopo tante preziose critiche drammatiche fu vinto dal desiderio della creazione scenica — ricordiamo Giacinta — voglia essere fra gli autori italiani del nuovo secolo. Invece Marco Praga da un reeente felice ritorno alla scena ci dà a sperare nuova mèsseTeresa Mariani.
di produzione. Fino ad ora però le Vergini non la cedono ad Alleluiti, all' Erede, al Bell'Apollo, alla Moglie Ideale, all' Innamorata, e — perchè no? — alla odierna sua Ondina. Roberto Bracco è il più prolifico — sino adora — dei nostri commediografi. Non riposa mai, incalzato dai successi che riporta non solo in Italia ma in moltissime piazze estere. Dalla Spagna alla Russia, dalla Francia alla
.Erai et e Novelli.
Germania, Roberto Bracco vede diffondersi il bagaglio non lieve delle sue comedie, che ben lo mettono a capo dei nostri giovani scrittori. Maschere, Una donna, Il Trionfo, l'Infedele, Don Pietro Caruso, Tragedie dell'Anima, Maternità, sono fra le migliori sue comedie nelle quali trovasi sempre un simbolo od un'idea, cui il pubblico accorda la massima considerazione, sedotto dall'arte del come-diografo. Camillo Antona Traversi sarà ricordato con entusiasmo sincero, nella storia drammatica di questi tempi per le sue preziose Rozeno.
Attorno a questi scrittori maggiori vive e s'agita una simpaticissima schiera di scrittori, minori, o per la forza delle loro concezioni o per l'idoneità, non completa, per la scena.
E. A. Butti va sempre in cerea del suo capolavoro, pur dandoci lavori di non pochi pregi, come la Tempesta. Ma il Butti si perde attraverso un simbolismo che i pubblici nostri poco amano. Guglielmo Anastasi, che da critico drammatico divenne cantante, per formarsi ora — lo speriamo al ruolo di eo-mediografo, Alfredo Oriani, Sabatino Lopez, Renato Simoni, Carlo Bertolazzi, Riccardo Ca-rafa d'Andria, Francesco Caputi, Giuseppe Bonaspetti, Valentino Soldani, Domenico Oliva, Giuseppe Baffico, Sem Bcnclll, Franco Liberati, Giuseppe Petrai, A.Della Porti, Clarice Tartufari, S. Geiger. Lucio d'Ambra, Rita fìal-li-Lastella, ec., sono a rappresentare le nostre migliori speranze in tema di drammatica paesana. Enrico Panzacchi ed Antonio Fogazzaro, l'uno con Forte come la morte, l'altro
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