Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di
— 532 —
TRICOPIONL'amore per le bestie, che ha radici profonde negli animi gentili, ha spinto gli uomini a procurare agli animali, specie a quelli domestici, il maggior benessere che può esser loro concesso da un premuroso trattamento. Perciò, se occupiamo una breve pagina su l'argomento della qualità della pelle e della conservazione del pelame di certi animali, 1 lettori dell'Almanacco non la riterranno male impiegata.
La pelle ha una grandissima importanza sul processo nutritivo dei viventi, e dalle sue funzioni dipende in gran parte l'escrezione di quel materiali che non valgono più nell'economia corporea. La salute dell'organismo presuppone quindi un'attività cutanea sana e vivace; questa attività è perturbata, quando, per negligenza o per altre cause, le immondizie si accumulano sulla pelle. L'animale selvaggio provvede da sè alla nettezza del proprio corpo col leccarsi, con lo strofinarsi, e prendendo all'occasione anco dei bagni; ma all'uomo incombe l'obbligo di provvedere alla sanità delle bestie domestiche mercè una cura opportuna del derma, e conseguentemente del pelo.
Negli animali come negli uomini, la pelle esterna è Io specchio delle interne condizioni dell'individuo, e una pelle sottile, elastica, è un grandissimo pregio; ma il grado di spessezza della pelle dipende, più che altro, dalla destinazione degli animali stessi. I cavalli ai quali oltre la forza e la resistenza si domanda anche celerità di movimenti e temperamento vivace, debbono avere la pelle più sottile di quelli da fatica, addetti al tiro o ai lavori agricoli, e la finezza della pelle è stimata con ragione altresì nei bovini, ai quali si raccomanda pelle più spessa, se sieno destinati a prestar servizi di diverse maniere.
Gli animali nobili e distinti, hanno, insieme con la pelle sottile il pelo fine; imperocché fra la pelle ed il pelo esiste un'intima relazione. Anco il diametro, o meglio, la grossezza del pelo suole farsi minore, a grado a grado che l'animale si perfeziona: la morbidezza e la finezza del pelame sono dunque due qualità da tenersi in alto pregio. «
Il pelo degli animali grossolani in armonia delle condizioni della pelle, è, generalmente, duro e ruvido. La lunghezza del pelo varia secondo le razze, e il pelame rado, estremamente duro e molle, nonché la pelle molto sottile, accompagnano e sono, per il solito, caratteristiche dell'eccessiva raffinatezza degli animali.
La parte inferiore del pelo, la radice, è ascosa nella pelle, la quale abbraccia mediante una sua ripiegatura, il follicolo. L'infima estremità della radice, il bulbo, si dilata a guisa di fuso o di cono, e poggia su una protube-
ranza del derma assai vascolizzata, la papilla: quest'ultima è avvolta da vasi sanguigni, i quali provvedono I materiali occorrevoli al pelo a mano a mano che aumenta di lunghezza quindi producono: di continuo specie nei cani, delle cellule nuove, le quali, cacci andò 11 pelo sempre più avanti ne determinano la crescita e lo sviluppo.
E così, mentre da un lato si raccomanda di provvedere alla pulizia degli animali, perchè la minor possibile qualità di lordura si depositi loro sulla pelle, dall'altro deve osservarsi una premurosa cura di remuovere da essi le immondizie derivanti sia dall'esterno, sia dai trasudamenti cutanei, sia dai residui delle escrezioni.
A tale intento il chimico farmacista Giuseppe Brenti di Tredozio (prov. di Firenze), ha preparato un medicamento atto ad usarsi per qualsiasi ferita od abrasione che abbia determinata la dispersione del pelo. Può altresì adoperarsi per qualsivoglia ulcere, per le piaghe, specialmente se atoniche od inerti, per le ragadi o crepaccie della pastoia, le quali se resistono a tutti gli altri mezzi di cura, guariscono in brevissimo tempo trattate col Tricopion, dal Brenti inventato, mercè il qnaie si ottengono i più brillanti risultati, dovuti alle sue proprietà disinfettanti, eccitanti, astringenti.
In soli quindici giorni si vedono I mirabili effetti della cura, poiché come disinfettante, questo medicamento rende asettiche le ferite ; come astringente, ne sollecita la cicatrizzazione; come eccitante, moltiplica la proliferazione del bulbo pilifero. Può usarsi ancora in tutti gli altri casi nei quali slavi necessità di applicare un attivissimo rubefacente.
Il Tricopion si usa con acqua tiepida e sapone di qualsiasi specie, si proceda ogni mattina ad una accurata pulizia della abrasione, ferita, ulcere, piaga, ragade ec., osservando di esportare le escare o crosticlne, oppure le scaglie di epidermide mortificata che vi aderiscono, ed amalgamano I peli circostanti; indi si asciughi per bene la parte, e oon nna spugnetta, ug batuffolo di cotone, od un cencio pulito si bagni col Tricopion almeno per tre volte al giorno, avvertendo di agitare prima la bottiglia. Sarà bene d'impedire che l'animale si freghi la parte medicata. Si vedrà In tal guisa il pelo crescere rigoglioso ed in pochi giorni la ferita ne sarà rivestita, senza che si scorga traccia alcuna della lesione che deprezzava tanto l'animale.
Qualunque saggio e prudente allevatore o proprietario o negoziante di bestiame, e specialmente di cavalli, dovrebbe tener costantemente a propria disposizione qualche bottiglia di questo novo e mirabile specifico.
| |
Almanacco Giuseppe Brenti Tredozio Firenze Tricopion Brenti Tricopion Tricopion
|