Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di

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      - <->       IL PODISMOSue origini mitiche — Sfida tra Atalanta e Ippomene — Il "pie veloce „ Achille — I cor-ridori arcaici dello stadio d'Olimpia — Il guerriero di Maratona — I peich o corrieri della Nobiltà — Il podismo moderno — Un collega podistofobo — Camminatori e Corridori — Le corse di Maratona — Performances di alcuni podisti italiani nel 1896 — Corsa popolare della Gazzetta dello SportCorridori italiani — Unione Podistica Italiana — "Audax„ Italiano Corse di Campionati — Records vari — Globe Trotterà.
      Il podismo, o sport pedestre, venne definito tt lo sport del povero. „ Eppure anch'esso ebbe, nel mito greco, origini più nobili di quanto non lascierebbe supporre il suo infimo stato attuale, benché circondato dall'aureola della popolarità.
      Senza contare che il figlio di Giove e della ninfa Maja, il tre volte grande Mercurio, ha le talaria alate ai piedi che lo rendono volante al pari d'una piuma, coli'alitare di suo fratello Eolo, come ce lo ha figurato il genio di Giambologna nella sua famosa statua del Museo di Firenze, noi abbiamo la mitica corsa di Atalanta e di Ippomene, che un altro genio figurativo, quello di Guido Reni, riprodusse, con magìa, di colori, nel suo bel quadro che forma uno dei gioielli della Galleria Nazionale di Napoli.
      Come si sa, la bellissima figlia di Scheneo, re dell'isola d'Arcadia, per evitare che si effettuasse la triste predizione dell' Oracolo, qualora si sposasse, pensò di allontanare 1 numerosi pretendenti alla sua mano, mettendo per condizione che, per ottenerla, dovessero gareggiare con essa — che aveva il piè veloce e leggero — alla corsa, e che solo chi l'avrebbe sorpassata, prima di giungere alla mèta, sarebbe diventato suo marito, ma che il vinto si rassegnasse a morire.
      Il gentile Ippomene, protetto da Tenere che gli concesse tre pomi d'oro colti nel giardino delle Esperidi, potè vincere la fiera Atalanta alla corsa, lasciando cadere, l'uno dopo l'altro, ed a proposito, i pomi Esperidei, per Indugiarla nel raccoglierli, sicché potè divenire suo sposo.
      Laonde i cultori della corsa pedestre non potrebbero mettere il loro sport favorito sotto un simbolo più grazioso e più divinamente profano, senza contare che il divino Omero attribuisce al Pelìde Achille — per quanto vulnerabile al tallone — una tale velocità pedestre, da segnalarlo sotto l'antonomasia di piè veloce.
      Perciò: origini mitiche e divine, finzioni poetiche ed eroiche possono essere invocate dai pedestriani, in favore di questo ludo ginnico che emerse e dominò, nei tempi arcaici, nello stadio(1) d'Olimpia, e trovò cantori sublimi come Pindaro e Bacchilide, e scultoricome Mirone, i quali tramandarono ai posteri le gesta e le sembianze di quei vigorosi atleti che, come lo spartano Ladante, possedevano dei piedi cosi leggieri che non lasciavano orma sul suolo, che appena sfioravano.
      Celebri corridori dell' antichità furono Arionte da Tarso, d'una velocità fenomenale; Ermogene da Zanto, soprannominato il cavallo; Lasteno da Tebe, che superò uno di questi quadrupedi nel tragitto da Coronea a Tebe; e Poiinestore, giovine capraio di Mi-leto, che raggiungeva e prendeva una lepre alla corsa, tutti quanti più volte vincitori nei giuochi Olimpici. Così, pure, Filonide, corriere di Alessandro Magno, percorreva in sei ore la distanza tra Sicione ed Elide, che è di 1200 stadi. Un bel record di resistenza, come vedete! ,
      Come imprese superlative, compiute da corridori non allenati che ci tramandò la storia, citerò quella celebre corsa del soldato ateniese che venne ad annunziare per il primo la vittoria di Maratona, e che cadde subito morto ai piedi dei magistrati d'Atene. Così, pure, Eu-chidonte di Platea, andò a cercare a Delfo il fuoco necessario pei sagrifizi, onde metterlo al posto di quello che i Persi avevano estinto scompisciandolo, e ritornò prima del tramonto del sole, percorrendo a piedi 1000 stadi; ma spirò appena giunto.
      Coiisa con la fiaccola.
      OilnS^^a WSia/? ZnJll MÌ VT di menzione erano le corseera la corsa doppia, e il dIlico equivaleva a colle tede, che dovevano compiersi sino alla 24 stadii. mèta senza spegnerle.
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Almanacco Italiano 1904 (parte seconda)
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 672

   

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