Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di
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Len Hukst.
I concorrenti, di varie nazionalità, sommavano a 281. Da quell' epoca, ogni anno, si corre, istituita dai giornale il Vélo di Parigi, la corsa Maratona, che venne disputata all'inizio, da Hurst e dai francesi Champion e Cliar-bonel sino al 1900 che la vinse ancora Len. Hurst in 2 ore, 34' 52" % seguito da vicino, e gradata-^ms&w^ssm mente da Cliarboncl, Ri-^^mW^a^ gobert, Bagré, Langlois, che distanziarono gli altri 144 concorrenti. Nello stesso anno 1900, 22 agosto, ebbe luogo, a Con-iians, la Maratona Revan-f-rhe per dilettanti, vinta ^dal francese Touquet, in isore 2, 51' 48", che venne -allenato da Versailles a f Parigi, dallo stesso Char-bonel.
Nessuno italiano, finora, ha vinta la corsa Maratona (i). Si conta molto sul forte stayer Bigiarelli, campione internazionale.
Una delle più belle performance compiuta dai nostri marciatori italiani, è quella di C. Ai-roldi, della Pro Italia di Milano che arrivò primo nella corsa internazionale Milano-Barcellona (1020 km.) mentre il famoso Hortégue, che vinse una corsa Maratona in 2 ore 31' e 23" giunse secondo, ma sfinito e guidato per mano da Airoldi. Un' altra bella performance di Airoldi la fornì nella corsa Mi-lano-Cassano (km. 28), dove impiegò 1 ora e 50'.
Competitori italiani dell'Airoldi erano, a quell' epoca : Alfredo Nera vincitore del campionato italiano del chilometro, coperto in 2' e 45" ; della marcia indetta, nel maggio 1896, dal Corriere della Sera sul percorso Milano-Monza -Desio - Saron-no-Milano (km. 55) che coprì in ore 6 y2; della corsa Gorla-Monza (km. 11) coperta in 39', e della prima corsa popolare indetta dalla Gazzetta dello Sport (20 settembre 1896), sulla stradaHortégce.
(1J In quella classica dei piuotiii Olimpici Cario Airoldi, ma non venne accetiato perchè, in altre corse anteriori, aveva vinto ed accattato premi in denaro. In quella del 1903. rrese parte un altro milanese, Giacinto Volpali che riusi-i a piazzarsi 1-2°.
Milano-Monza e ritorno (km. 25) che coprì in 1 ora e 3', riuscendo primo arrivato su 200 concorrenti.
Giovanni Fumagalli che battè il record dell'ora, coprendo km. ]S e 16 m., riuscendo con quella splendida performance a raggiungere quasi il record americano, di circa 19 km., e sorpassare quello francese di 16 km., 611 m., e quello precedente del suo competitore Arrigo Gamba di Lecco, che aveva coperto km. 15 e 625 m. ottenendo il campionato italiano dell'ora. A Savona copri 15 km. in 60'. Arrigo Gamba, oltre questa performance, vinse, al Trotter di Milano, il campionato di velocità, coprendo 25 km. in un'ora e 46"; quello ufficiale dei 60 km. in 4 ore e 19' e vinse pure la corsa Pro Italia di 86 km. iu ore 2,38', 20" ; e quella di 15 km. indetta da un Comitato di Pavia, in 66 minuti.
Sull'occaso dell'anno 1896, alla vigilia dell'alba del 1897, vennero gettate le basi dell' Unione Pedestre Italiana, ossia della Confederazione fra tutte le società italiane, con lo scopo — dice lo Statuto della U. P. I. — di diffondere .e favorire lo sport pedestre sotto tutte le sue forme; d'interessarsi a tutte le questioni che possono risguardare detto sport; di dare alio stesso una organizzazione uniforme, nonché un regolamento unico di corse; d'indire annualmente i campionati nazionali e regionali, e stabilire ufficialmente i reco>ds; di vigilare all' esatta osservanza dello statuto e regolamento.
Le basi di questo Statuto, e la discussione dei varil articoli vennero effettuate nei locali della Gazzetta dello Sport, che finalmente vide concretarsi quel progetto della Confederazione sportiva, che aveva promosso ed iniziato nelle sue colonne, con articoli ed altri incentivi per l'effettuazione. Da quest'epoca datano le principali manifestazioni sportive del podismo italiano, sino allora vissuto sporadicamente, mercè l'impulso e l'incremento datogli da alcune benemerite società, come L'Unione Pedestre Torinese,(1) il Club Pedestre Milanese, VIppogrifo (sezione della " Forza e Coraggio „ di Milano), della Celeste, della Enea, della Antonio Sciesa, della Carlo Marx, della Speranza, della Spartaco ed altre di Milano; della Libertas di Verona; della Mercurio e della Teseo di Torino ; della Unione Pro Sport d'Alessandria; della Edo di Lecco; del Lazio di Roma; della Colombo di Genova, e di tante altre che attualmente più non esistono, la maggior parte, perchè trasformatesi o fuse colle differenti Società ginnastiche.
Al giorno d'oggi le società podistiche italiane sono circa 60, tutte affigliate alla U. P. I. che ha sede a Torino, e sotto l'Alto Patronato del Conte di Torino, e sotto la Presidenza
(1) L\ l'niono Pedestre Torinese,» fondala.il 4 posto 1897 o costituitaci fra le Società pedestri torinesi, è ora l'< Unione Pedestre Italiana,» riconosciuta ufficialmente dal Minisiero della Gueira e dell'Istruzione Pubblica. Presidente del Comitato fondatore era il pubblici Ha Gustavo Verona, e vicepresidente il pubblicista Mario Luigi Mina, oi a presidente della Unione Italiana.
Gli olii d'oliva della Casa P. Sasso e F.> di Oneglia sono gli unici perfetti.
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