Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di
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nico della canna, scorre lungo la canna in anelli di guida, l'ultimo dei quali si trova sulla punta della canna. Della lenza se ne svolge quel tanto che occorre, mentre ne rimane una assai maggiore quantità di scorta sulla spola. Giunto il pescatore sul posto ove crede poter pescare, preparata la canna, e fissata l'esca ritenuta più conveniente, deve lanciare questa in modo che vada a cadere nell'acqua nel punto desiderato. Non è certo cosa facile e richiede un'abilità speciale, giacché la canna va adoperata quasi come una frusta facendo roteare la lunga lenza col-l'esca sopra il capo evitando alberi od altri oggetti vicini, e sopratutto sè stessi, giacché non è raro il caso che un principiante resti preso al proprio amolDi più l'esca deve cadere leggermente nel-l'acqua come se fosse un insetto vivo, od un pesciolino che salti fuori d'acqua. Se l'esca cadesse con rumore sull'acqua farebbe fuggire anzi che invitare i pesci a prenderla.
Appena l'esca tocca l'acqua, va fatta scorrere intermittentemente alla sua superfice, muovendo l'estremità della canna onde dare all'esca l'apparenza d'un insetto vivo caduto nell'acqua, o di un pesciolino che guizzi. L'esca fatta scorrere per il tratto voluto va nuovamente lanciata, giacché, se si tenesse ferma, nessun pesce vi morderebbe.
Quando il pescatore si accorge che un pesce ha preso l'esca, dopo qualche secondo deve rialzare rapidamente per piccolo tratto l'estremità della canna onde far penetrare nella parte carnosa della cavità boccale del pesce la punta e la contropunta dell'amo.
Anche ciò richiede una certa pratica, poiché se il colpo è dato troppo presto e non colla voluta forza, il pesce rigetta l'esca; ciò che fa anche se il colpo è dato troppo tardi perchè ha tempo d'accorgersi dell'inganno.
Di più, se il colpo è dato troppo forte, è facile rompere la lenza, o la canna, o stracciare quella parte di membrana ove l'amo è fissato. Il pescatore deve regolare la sua azione in modo adatto alla qualità e al peso del pesce preso.
Il pesce che si sente pungere dall'amo cercherà di liberarsene in ogni modo con salti e corse, che il pescatore non dovrà impedire lasciando scorrere tanto filo di scorta quanto è necessario, avendo però cura di tenerlo sempre leggermente teso, ossia di mantenere il contatto colla preda. Un momento di disattenzione, se il pesce trovasse troppa resistenza, spezzerebbe la bava, o la canna, o straccerebbe la parte carnosa ove è fissato l'amo, così pure facilmente si libererebbe dall'amo se la lenza non fosse sempre tesa.
Il pescatore dovrà continuare a svolgere, o lasciar svolgere il filo sino che a poco a poco il pesce stanco ed esaurito (e la durata di questa lotta varia a norma della qualità e del peso del pesce preso) si lascerà tirare vicino così da poterlo prendere con un guadino, piccolo sacco di rete montato su uncerchio con manico. (1) Se il pesce supera i 3 o 4 kilt di peso, sì farà uso di un bastone alla cui estremità è fissato un lungo gancio d'acciaio con punta finissima. (2)
Questa sommariamente è la pesca che si fa colla lenza. Con essa Inglesi ed Americani pescano sopratutto il Salmone, e con una bava di seta del diametro inferiore ad un milii-metro sanno prendere con sicurezza individui anche di 20 e più kili di peso.
Il pescatore deve avere un' esatta conoscenza delle abitudini dei pesci, e senza averli ancora visti deve indovinare la specie e stimare il peso della sua preda, onde regolarsi sul modo di agire, che p. es. è assai diverso quando si tratta d'una Trota, o di un Luccio. Indispensabile è pure di avere esatta conoscenza dei luoghi dove si vuol pescare, cosa che non conoscendo è facile domandare agli abitanti del luogo.
La scelta dell' esca è pure importantissima, è da questa dipende in parte il successo. Se si pesca p. es. con insetti artificiali fatti di penne d'uccello, bisognerà adoperare quelli che imitano gli insetti che in natura si trovano nella stagione che si pesca. A norma dell'ora e delle giornate uuvole o serene si dovrà pure cambiare l'esca artificiale, od eventualmente in caso d'insuccesso ricorrere a quelle naturali, o viceversa. Coi pesciolini vivi, o morti, o con quelli di metallo, anche qui la giusta scelta decide quasi sempre del successo.
Il pescatore dovrà trovarsi di buon mattino, fornito di tutto il necessario, al posto prefisso sia lungo un fiume, torrente, lago, o mare; egli dovrà spostarsi ogni volta che lanciata più volte l'esca non avrà ottenuto di vedere qualche pesce inseguirla, o rimanere invece sul posto sino a quando potrà avere qualche presa.
Dal poco che ho detto si vede quindi quanto sia sana la pesca sportiva fatta in questo modo, e come sia un vero esercizio ginnastico di tutto il corpo, giacché sia per portarsi sul posto, o spostarsi da un punto all'altro, sia per lanciare continuamente l'esca, sia per impossessarsi di un pesce, si è continuamente in movimento.
Non è uno sport grossolano e materiale, ma fino ed elegante perchè per esercitarlo con successo bisogna avere movimenti misurati, essere agili, saper adoperare la propria forza con intelligenza, oltre dover essere un attento osservatore della natura per conoscere i luoghi ove è più probabile fare delle buone prese.
Da quanto ho più sopra esposto, forse molti, anziché essere invogliati di tentare la pes<;a alla lenza, penseranno che è cosa troppo complicata e difficile, ma in tutto i principi!
(1) Vangatola; épuisette dei Francesi; Lan-dunpsnetz dei tedeschi: landlng net degli inglesi.
(2) Gaffe dei francesi ed inglesi ; Landungsliaken dei tedeschi.
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