Almanacco Italiano 1904 (parte seconda) di

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      paesi la Santa Sede non doveva apparire come un'appendice del potere politico italiano.
      Malgrado ciò, fino al 1885-86, la politica del successore di Pio IX fu piuttosto conciliativa in Italia, com'era stata in Germania, in Svizzera, in Francia più tardi, e possiamo ben dire ovunque.
      Dopo questo primo periodo, un altro affatto nuovo si schiude. Alla triplice si contrappone la duplice; il Papa aveva già domandato il ralliement alla Repubblica da parte dei cattolici francesi; il ralliement non ebbe luogo con quello slancio che il Vaticano era in diritto di attendersi, e a dieci anni di distanza noi vediamo la terza repubblica chee nell'Estremo Oriente. A tale fine l'ultima volta che fu a Roma, mise tanta pompa nel far visita al Vaticano, che parve ad alcuni non avesse accettata l'ospitalità del Quirinale che per far la corte alla Santa Sede. Tutto ciò avveniva proprio nel momento in cui si sapeva che Re Vittorio sarebbesi recato a Parigi, e che Loubet avrebbe restituita la visita a Roma, il che, secondo l'etichetta prevalsa in Vaticano, avrebbe impedito un abboccamento tra il Santo Padre e l'uomo dell' Eliseo.
      Leone XIII non fu presente a questo fatto; egli però scese nella pace del sepolcro colla certezza che la sua politica aveva, a questoCabpineto, patkia di Leone XIII.
      fa pagare caro alle Congregazioni refrattarie alle paiole di Roma l'atto della loro disob-bidienza formale.
      L'affare Dreyfus venne a complicare le cose, e gli avvenimenti si svolsero in senso opposto a quello sognato da Leone XIII, per modo che vide sfumare l'ideale di una repubblica e di una democrazia schiusa al bacio della libertà per tutte le opinioni, senza privilegi di casta. Il melinismo fece fiasco completo a questo riguardo, e i ministeri che succedettero dappoi, specie quello di Wal-deck-Rousseau, di Combes fecero intravve-derc una rottura finale.
      Nel frattempo il giovane regno d'Italia ascendeva economicamente, politicamente, intellettualmente. L'Imperatore di Germania dal canto suo metteva una specie di coquet-lerie nel sottolineare quella che fu chiamata la débàcle della politica di Leone XIII e del cardinale Rampolla. Tutte le volte che un ministro della terza repubblica schiaffeggiava un congregazionista, il Kaiser faceva rumorosamente un complimento alla Santa Sede, allo scopo, senza dubbio, di piacere al Centro, su cui deve contare, ma sopratutto allo scopo di soppiantare il protettorato francese in Oriente
      riguardo, fatto fallimento. Malgrado ciò, il mondo civile salutò la sua disparizione dal terreno della lotta con segni di rispetto e di simpatia. Iu America, in Inghilterra, in Germania, in Francia, in Italia si fecero grandi elogi del grande Vegliardo che ai tempi di Bismarck e di Glastone costituiva la grande triade europea. Perchè? Non vuoisi badare unicamente al punto d'arrivo, ma vuoisi tenere conto sopratutto del punto di partenza.
      Succedendo a Pio IX, Leone XIII aveva trovato il Papato in urto con quasi tutti gli stati d'Europa, in urto sopratutto colla potenza dei tempi moderni, la democrazia. Sembrava allora che cattolicismo e democrazia nou potessero intendersi. 11 conflitto avrebbe dovuto perpetuarsi inesorabilmente. La questione sociale veniva a rendere anche più acuta la questione politica, di per sè già complicata. Leone XIII, che chiese da parte dei cattolici francesi il ralliement alla Repubblica, domandò al cattolici di tutto il mondo la collaborazione, perchè la democrazia diventasse cristiana. Intendiamoci nei termini. Bene spesso sentiamo parlar di democrazia cristiana come di qualche cosa di spurio risultato dall'accozzamento di due termini incou-
      Gli olii d'oliva della Casa P. Sasso < ! F.< di Oneglia sono gli unici perfetti.


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Almanacco Italiano 1904 (parte seconda)
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 672

   

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