Almanacco Italiano 1911 di
- 27 -Il Pianeta Marte.
Dei sette pianeti ohe, nome la nostra Terra, compiono il loro giro intorno al soie, Marte è sicuramente il meglio conosciuto e, diciamo così, il più popolare. Da parecchi anni non c' è giornale o rivista che non dedichi il suo bravo articolo a questo nostro vicino su cui gli astronomi, per mezzo dei più potenti telescopi!, vanno di continuo facendo le più brillanti sooperte.
Ma non tutto quello che è stato scritto, e si va scrivèndo tuttora, è verità scieutifica; al contrario, essa non c' entra che in minima parte, il resto è fantasia bella e buona, che di scientifico non ha che un leggiero rivestimento esteriore. Perciò mi son deciso a dare ai lettori dell' Almanacco Italiano un'idea, quanto più posso chiara, delle moderne qui-stioni di Marte, specialmente riguardo ai famosi canali che tanta materia hanno fornito aiie menti poetiche.
Marte brilla come stella di prima grandezza, con luce rossa, e nelle epoche più favorevoli, il suo splendore è sorpassato soltanto da Venere; data la disposizione della sua orbita rispetto alla nostra, ne viene che in alcuni anni esso si avvicina a noi fino a una sessantina di milioni di chilometri, mentre in altri si allontana fino a 375 milioni. Ed è appunto nelle epoche di massima vicinanza, nelle opposizioni, che il pianeta può studiarsi con profitto; esse si succedono di due in due anni e per parecchi mesi l'astro attrae con la sua viva luce gli sguardi di tutti. L'astronomo allora, con l'occhio fisso al telescopio, ne scruta pazientemente la superficie, ne segue le vioissitudini, ne disegna gli aspetti.
È stato oosì che, grado a grado, siamo ve-
nuti a conoscere questo nostro vicino del cielo; da quando, nel 1830, gli astronomi Beer e Màdler tentarono di fissarne in un planisfero le fuggevoli apparenze, fino al giorno d'oggi, è stato un continuo succedersi di scoperte, sì che attualmente possiamo parlare di ortografia e di areografi come parliamo di geografi e di geografia.
La causa che ha fatto fissar di preferenza gli sguardi degli astronomi su Marte, piuttosto che su di un qualunque altro pianeta, deve ricercarsi nella somiglianza, almeno apparente, che esso ha con la Terra. Infatti, come anche i più antichi osservatori avevano constatato, i poli areografici sono occupati da due callotte bianche, splendenti, le quali si fondono, per così dire, in estate, per aumentare in inverno; l'apparente stabilità delle formazioni della sua superficie, i fenomeni a cui danno luogo lassù le stagioni, tutto in-olina la fantasia a immaginare un altro mondo con altri continenti, altri mari, non tanto diversi dai nostri.
Ma ciò ohe, più di ogni altra cosa, interessò il gran pubblico, fu la scoperta di quella complicata rete di linee che il nostro grande Schiaparelli fece nel 1877; fino a quest' epoca lo studio del pianeta Marte era presso a poco alla pari di quello degli altri pianeti, ma, con la comparsa della prima carta areografica di Schiaparelli, nn'èra nuova si aprì per questo astro e si moltiplicarono le ricerche. Alle linee che l'astronomo di Milano, per puro bisogno di nomenclatura, chiamò canali, pochi credettero in principio, ma a poco a poco, col perfezionamento dell'acuità visiv?. le scoperte furono confermate dagli altri os; ervatori, muniti dei più potenti mezzi ottici.
Poiché il meccanismo della .visione telescopica riohiede un'educazione tutta speciale; non è raro il caso di persone che, dopo aver posto l'occhio ad un canocchiale puntato su un qualunque pianeta, dopo essersi sforzate alquanto per discernere qualcosa nel piccolo disco tremolante neil' oculare, abbiano abbandonato sdegnate l'istrumento perchè non mostrava loro ciò che nei bei disegni degli astronomi sembrava più che evidente. E questo succede perchè l'occhio, prima di veder qualcosa, bisogna che per mesi e mesi, ed in alouni casi anche per anni, perseveri in quella osservazione, spogli a poco a poco, l'immagine del pianeta da ogni elemento estraneo finché non ne balzi fuori nitida; è, sebbene tutt' affatto diverso nel mezzo, nn processo simile allo sviluppo della lastra fotografica, su cui l'immagine compare gradatamente. Ma, mentre l'immagine delia lastra balza fuori in pochi minuti, l'occhio impiega mesi e mesi per discernere dal plcoolo disco di
11 Settembre '09 - u = 20°.
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Almanacco Italiano 1911
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze 1904
pagine 710 |
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Pagina (202/461)
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