Almanacco Italiano 1911 di

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      logico agisce suirimmagine di Marte; In una data regione, dove le unità ombrose sono individualmente invisibili, l'occhio, che si ostina a voler veder sempre qualcosa, riunisce, per così dire, tutte quelle sensazioni elementari e ne somma le intensità in un'unica macchia che localizza in un punto qualunque della regione. Ne risulta un nucleo oscuro, il quale evidentemente non ha niente di reale, ma che non può però chiamarsi una vera e propria illusione ottica: ad esso il Cernili, per l'analogia che ha col centro di gravità, ha dato il nome di baricentro ottico. Aquesta categoria di fenomeni appartengono 1 canali: essi sarebbero prodotti da un coordinamento, operato dalla vista, degli scuri disseminati in un dato territorio: l'occhio, quando si trova dinanzi all'immagine di Marte, da prima non vede che ammassi indistinti, poi, a grado a grado, comincia ad orizzontarsi e riunisce tutte quelle forme confuse sotto forme a lui note, rigettando gli elementi estranei e tenendo conto soltanto di quelli ohe portano nuovi contributi alla sensazione. u Una linea d'ombra è il prodotto d'una selezione di scuri ohe l'oochio compie attraverso un certo territorio; è quindi anche una eliminazione di chiari. „ I chiari così eliminati si riuniranno alla lor volta in altri baricentri lineari, sotto forma di frange e di orlature chiare.
      Ci riuscirà anche facile renderci conto delle così dette geminazioni dei canali; ilCe-rulli chiama fascia-madre la striscia lungo la quale sono disposti gli elementi ombrosi e che a noi si rendono visibili solo per mezzo dell'integrazione In canali. Talvolta, in condizioni speciali, può darsi che gli scuri siano in troppo grande quantità: allora lungo il canale già visto si raggruppano altri elementi, tra i quali l'ocohio, per la tendenza di cui abbiamo parlato, fa passare una secondalinea. Il fenomeno della geminarìrmt potrà nascere anche da un'altra causa; le sensazioni chiare, come avviene per le scure, verranno riunite in una striscia ; questa, nel primo momento, apparirà chiara, ma poi l'occhio comincerà una nuova selezione e, a poco a poco, rigetterà i pochi elementi oscuri sparsi nella striscia, lungo i margini di essa, che apparirà limitata da due linee oscure, le quali produrranno l'effetto di un canale geminato.
      Riassumendo, le attuali carte di Marte, con la loro complicata rete di canali, non rappresentano che i massimi di distribuzione dei chiari e degli scuri; di una data plaga del pianeta noi non sappiamo altro che in quel luogo gli elementi oscuri, per esempio, prevalgono sui chiari, ma quanto a credere che la macchia da noi veduta sia un continente o un mare, un qualche cosa di ben definito della geografia marziana, siamo ben lungi da codesto felice momento.
      Ma, il lettore potrà obiettare a questo punto, se noi vediamo linee su Marte le dovremmo vedere anche su gli altri pianeti. „ Ed infatti è così, molti dei più valenti astronomi hanno eseguitodisegni di Venere, di Giove, dei satelliti di Giove, ec., in cui si riscontra quella famosa tendenza a tracciare la linea, come la più semplice e meno faticosa Interpretazione che l'occhio può dare alle forme indecise. Ed una volta la vista abituata, subisce una vera e propria suggestione, dalla quale può difficilmente salvarsi; succede allora che l'astronomo, vedendo così evidenti le linee, si ostina a crederle produzioni proprie del pianeta e, invece di stare in guardia, cerca di porsi in quelle condizioni in cui emergono più Intense. Egli non tien conto dei momenti in cui la linea scompare, in cui viene sostituita da una serie di piccoli nnclei oscuri, spia il momento in cui il canale compare, per tracciarlo col suo bravo lapis sulla sua carta.
      La teoria ottica, invece, non dà peso ad una piuttosto che ad un'altra di queste sensazioni, ma, considerandole come modi diversi di manifestarsi di uno stesso ammasso ombroso, li studia tutti serenamente.
      Varii tentativi sono stati fatti per dimostrare con esperimenti i processi suddetti. Evans e Maunder eseguirono dei disegni che ricordassero alla lontana quelli classici di Schiaparelli, poi, dopo averli disposti in lontananza, li fecero ricopiare dai fanciulli della scuola dell'ospedale di Greenwlch. Ebbene, i fanciulli, che non avevano mal sentito parlare di canali tracciarono nei loro disegni alcune linee diritte, rettificarono i profili tortuosi delle macchie e, cosa curiosa, due di loro introdussero nel disegno un canale doppio, geminato.
      Al principio del 1907 il Newcomb riprese le esperienze: disegnò su di un disco di 28 centimetri alcuni aspetti di Marte per mezzo
      24 Settembre '09 — u = 238°.


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Almanacco Italiano 1911
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 710

   

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