Almanacco Italiano 1911 di

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      la sua regolarità, ohe prende nome dal Siculo-rum (iymnasium inalzantesi a un lato, maestoso nelle sne linee severe. Un altro breve tratto di via o siamo ai Quattro Canti, ampi e regolari, generati dall'intersecazione con la via Lincoln, al solito, lunga, diritta e regolare come quasi tutte le vie di Catania. I Quattro Canti nulla hanno da invidiare a quelliCatania. — Fontana dell'Amenacco (Fot. G. Papale).
      di qualunque altra citià, e se non fosse l'aspra salita eh'è al lato sinistro della via Lincoln potrebbero degnamente contendere con quelli palermitani.
      Un buon tratto di cammino, e perveniamo in Piazza Steslcoro, grandissima, forse la più ampia di Catania antica, e dove s'inalzano, a destra il monumento a Vincenzo Bellini, opera dello scultore Giulio Monteverde che se pur ben riuscito e artistico ne' particolari riesce un po' barocco neil' insieme ; a sinistra l'anfiteatro romano di cui parleremo in appresso.
      E avanti ancora fino ad arrivare all'entrata del giardino Bellini a descrivere il quale ci vorrebbe un articolo a parte. È il più bello di Sicilia, uno dei più splendidi di tutti Italia tanto per la sua sterminata vastità quanto per la varietà ammirabile di piccoli boschi, selve, giardini, piazze, passeggi e poi per gli innumerevoli meandri che lo fanno assomigliare un po' ad un gioco dedaleo. In esso si trova il così detto viale delle statue, ai luti del quale si inalzano marmorei ricordi di grandi cataiiesi: Caronda, Stesicoro, Gemmel-laro, Gioeni, Zurria, Coppola, Cutelli ed altri molti, fra cui il busto bronzeo di Mario Ra-pisardi. Nel giardino sorgono inoltre i monumenti di Giuseppe Garibaldi in marmo, di Giuseppe Mazzini pure in marmo, notevole non per la fattura che è mediocre ma per 1' originalità della posa, di Vittorio Emanuele
      in bronzo, di Vincen2o Bellini in marmo, di Giovanni Pacini (che si trovava prima nella villa omonima), di Felice Cavallotti di poca elegante fattura.
      •Di fronte al Giardino Bellini sorge maestosa la nuova e lunghissima via Umberto I, diritta ed ampia, mentre non lontano da essa si snoda il meraviglioso corso XX Settembre (già Regina Margherita) di recentissima costruzione che oltre ad essere 11 più lungo e il più largo della città e anche il più aristocratico perchè ai suoi lati non si trovano, e per tutta la lunghezza, che villini elegantissimi per lo più di squisito disegno.
      Non anche è terminato e quando Io sarà avremo un viale immenso, che dalla riva del mare andrà a Misterbianco, un ridente paese non molto distante da Catania.
      Dopo avere intersecalo il viale XX Settembre, il Corso Stesicoro-Eineo si dilunga fino al Borgo in cui si trova una piazza ampia e regolare, e in essa una fontana dedicata a Cerere; si drizza quindi un'aspra salita e si perviene così al termine della via nel così detto Tondo, o meglio piazza Gioeni, poco prima del quale è in via di costruzione un grande e ricco Istituto per i ciechi.
      Questa è all'iucirca Catania, guardata dalla sua strada maggiore, ma non certo si può pretendere in brevissimi cenni la descrizione di una grande città, nè per altro è nostro compito far l'ufficio e le veci d'una pianta topografica.
      D'altronde sarebbe un ufficio quasi impossibile, perchè l'innumerevole incrociarsi delle vie, l'alternarsi dei quartieri richiederebbe unostudio accuratissimo, il quale, dopo un mese non avrebbe più ragione di essere, data la straordinaria rapidità, solo paragonabile a quella della grande metropoli lombarda, con cui sorgono abitazioni anche nei punti più remoti, dove pochi giorni prima fruttificava il fico d'india o rideva la vite.
      Catania. — Porta Garibaldi.
      (Fot. y. Jovane e F.).
      Proprio così. A destra, a sinistra, a nord a sud è un meraviglioso rampollare di abitazioni, di strade nuove, e con queste di nuove esigenze cittadine che rendono più aspra la lotta per la vita, più difficile il pane quotidiano.


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Almanacco Italiano 1911
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 710

   

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