Almanacco Italiano 1911 di

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      È Invalso al nostri dì l'uso tristissimo dl coloro i quali, in aperto e stridente contrasto con i laudatores temporis acti, si danno a tutt'uomo per sminuire, anche a costo di prender pattoni fenomenali ciò che è passato, per ii solo motivo ohe non è presente. Il suo lato cattivo la Sicilia di questi tempi ce l'aveva: feudalesimo, governo intransigentela classica calata degli ubbriachi sui molto caratteristici carretti siciliani.
      Gli abitanti di Catania sono anche industriosi e tenaci, prova la mirabile rapidità oon cui hanno saputo ottenere il primato commerciale, pur non essendo esclusivamente un popolo di atfaristi, perchè in poche città d'Italia la letteratura vien sentita come dalCatania. — Il Mercato ('A fera). {Fot. P. Grassi).
      della chiesa, miseria e abbrutimento servile degli artieri; ma ci aveva anche il rovescio ch'era passabile: gran semplicità di modi e di costumi, onestà in tutto e quasi arcadica correttezza d'agire.
      Catania, abbiamo detto, continua a conservare inalterate, o quasi, le antiche tradizioni siciliane e il tempo non è riuscito ad altro che a svisarne qualche particolare.
      catanesi. A provar questo, bastano gli esempi luminosissimi di Mario Rapisardi, Luigi Capuana, Giovanni Verga.
      Il primo è certo fra le più discusse glorie italiane perchè, abborrendo dal plauso piazzatolo e dalla gazzarra gazzettante, s'è mantenuto in dignitoso riserbo rifuggendo dalla notorietà che deriva dai colpi di grancassa e dagli squilli di tromba. Nacque a Catania
      Vive ancora oon la dolce poesia delle cornamuse e degli altarini adorni, il Natale ; vive la festa di S. Agata con le sue luminarie, con i cerei colossali, oon la macchina ricchissima; vive la festa (meglio baccanale) di S. Alfio con tutu la lunga serie di barbarismi e connel febbraio del 1844. Ebbe a primi maestri alcuni monaci ma, liberatosi ben presto da angusti preconcetti, manifestò i suoi istinti ribelli con un'ode a Sant'Agata. Pubblicò quindi una lunga poesia romantica, soffrì dopo di questo un terribile male, che per


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Almanacco Italiano 1911
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 710

   

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