Almanacco Italiano 1911 di

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      vnoe, dl abito ottimo, di corpo agile, d'ingegno, azioni e parlar pronto, costumati, non bugiardi, non rapaci, non seduttori, non intemperanti, non desiderosi dell'altrui, nonInterno della Cattedrale di Nardo.
      ambiziosi, non ingiusti, non fraudolenti, ma veritieri, fedeli, parchi, liberali, contenti del proprio, ed uniti fra di loro, serbando costanza ed integrità nell'avversa e prospera fortuna; secondo la natura del paese non molto bellicosi, ma per conservar la pace e l'onore fortissimi, nella pace mansueti e trattabili, nella guerra più del dovere forti ed animosi. La temperanza delle donne è simile a quella degli uomini: sono quasi la maggior parte astemie, come le antiche Romane, semplici, pulite, curiose ed industriose, e diligenti nelle cose familiari, pudiche, ed ubbidienti ai loro mariti. Nei giorni festivi non vanno cercando la città se non di rado, quando è necessario, ma se ne stanno nelle case; nei giorni di lavoro filano, tessono, lavorano lini, lana, cotone, sete ed altre cost» simili.... „
      Risuonsvano per l'aria, in quella luminosissima mattina, cauti e gridi festosi. S'elevavano qua e là alte masse di covoni di grane e altrove si trebbiava. I lavoratori, uomini e donne, sembravano lieti sotto la sferza d'un gran sole affricano, e tutto parea volgesse, per chi sudava e per chi raccoglieva, nel miglior modo possibile.
      Domandato qu ilcuno quale mercede giornaliera riscuotesse, con il non mai abbandonato sorriso sulle labbra, rispose:
      — Vent'otto soldi.
      — E le donne?
      — Sedici soldi....
      Tornarono alla mente le più sopra riportate parole dello storico della Descrizione origini e successi della Provincia d' Otranto.... .... — u Parlando universalmente, producee genera questo paese uomini di natura piacevoli, di costumi mansueti e di senso buono, e non fallace, di volto allegro.... „ —
      Ed eccoci alle porte della città, che un tempo era circondata di mura, sulle qua'i diciotto torri, ancor ne restano le tracce, vigilavano alla sua difesa.
      Entrando nell'abitato si scorgono qua e là, su per molte case, cornici e motivi decorativi attestanti la nob.ltà dell'edificio, archi gotici a frammenti di capitelli, fregi e finestre traforate, ten azze su mensole sporgenti e scolpite. Ci fermiamo innanzi ad una chiesa, dedicata a San Domenico; la sua facciata, piena di statue, di fregi e d'ornamenti, segna il passaggio dell'architettura del Rinascimento allo stile Borrominesco del secolo XVII. Nell'interno non c'è nulla d'interessante.
      Più importante è la cattedrale, di antichissima origine, malamente rifatta sul primi del passato secolo, in seguito restituita alle antiche forme con lunghi e pazienti lavori che non possono dirsi aucor termiua'i. In essa ha dipinte aloune vòlte e alcune pareti Cesare Maccari, artista che come onora l'arte del fresco a' nostri giorni, farà parlare ancora di sè coloro che questo tempo chiameranno antico. ¦
      Qualche vecchio quadro notevole non manca qua e là sugli altari di questa bella chiesa: sul pergamo marmoreo situato a ridosso d'un pilastro v'è un San Bernardino da Siena, attribuito al Solimene: è fama che quel santo abbia predicato in questa oittà.
      Interno dilla Cattedrale di Nardò.
      Nella cappella dedicata a S. Gregorio Armeno, patrono dei Neretini, ve n* è un altro con l'effigie dl questo Santo, che da alcuni


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Almanacco Italiano 1911
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 710

   

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