Almanacco Italiano 1911 di
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e dieci chiese e scuole, tutte ricche di capolavori di altissimo valore, marmi, quadri, arazzi, oreficerie, nulla più rimane; appena, la memoria nostalgica.
Dopo la caduta della Repubblica Veneta la prosperità di Murano decadde per modo che alla prima metà del secolo XIX l'isola poteva considerarsi come perduta por l'industria e per il commercio.
La sua popolazione, ridotta a meno di diecimila anime, viveva nella quasi miseria — e delle già floridissime sue vetrerie non rimanevano che poche fabbriche di canna, che continuavano il commercio delle conterie, e pochissimi operai isolati, che mantenevano la secolare tradizione, lavorando qualche oggetto che vendevano agli antiquari.... i quali, a lor volta, li gabellavano agli stranieri per oggetti antichi.
Giunta a questo estremo di decadimento, sembrava che Murano e la sua bella e gloriosa industria, non dovessero mai più risorgere. Per quella legge infallibile, che lega la prosperità del lavoro alla stabilità politica, gli avvenimenti storici che turbarono Venezia, dalla caduta della Repubblica
alla fine della dominazione austriaca, recarono la dispersione di ogni attività, il disamore ad ogni iniziativa; annichilirono le energie e le speranze di tanti nobili lavoratori che, di padre in figlio, per lunghe generazioni, avevano tenuto viva e fiorente l'arte del vetro.
Nel 1866, l'avvocato Antonio Sài-
Lampadario eseguito dalla Ditta succ. V. Zuffi e C. dietro ordinazione del Comitato Italiano per l'Esposizione di Bruxelles.
tori e perfezionatori dei musaici, delle avventurine, delle filigrane, fioriti dal XIII al XVIII sec., i quali discendenti conservavano piamente le tradizioni artistiche dei padri. I capitali necessari furono, dal Salviati, trovati in Inghilterra e Sir Austin Henry Layard, diplomatico, letterato, artista, archeologo, che amò Venezia come una seconda patria, donò tutta la sua autorità e il suo appoggio al nuovo rifioi'ire, che prometteva il ritorno di un' èra di attività e di benessere alla bella isola.
Ed infatti, col radunar del denaro, per incanto si rialzarono gli animi dei muranesi, i quali, se in tante peripezie avevano perduta la fiducia nei tempi, mai e poi mai avevano smarrita la fede nella bellezza, nella originalità, nella grazia della loro bella originale grazio-sissima arte.
In questi quaran-t'anni Murano è risorta: è linda ed attiva per quanto fu povera ed abbandonata.... eppure, essa è ormai giunta al limite dello sforzo e se non interviene una nuova provvidenza, di governo e di speculatori, l'isola ripiegherà lentamente ma inesorabilmente nella via della decadenza.
Ma, per ora, l'attività ancora ferve. Non appena si sbarca dal vaporino, che unisce, in un rapido e continuo scambio, Venezia e Murano, il visitatore comprende di trovarsi in un ambiente, ove il lavoro è legge e premio insieme.
Da questo fervore di attività, ogni giorno quantità grande di prodotti — dagli umili ai ricchissimi : dalle semplici boccette per l'inchiostro e fialeviati, messe da parte le pandette e la da farmacia e perline da infilare alle toga, si gettò corpo e anima nell'im- coppe, alle alzate, ai lampadari, alle
presa di far risorgere le industrie antiche. L'isola aveva ancora discendenti dei Baroviero, dei Miotti, dei Ballarin, dei Briati, tutti artefici gloriosi, inven-
comici per specchi, ai musaici, ai servizi per tavola, gli uni più sontuosi ed ornamentali degli altri — prende la via di terra e di mare, per l'interno e, so-
L'Olio Sasso iodato è sovrano contro il linfatismo.
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Almanacco Italiano 1911
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze 1904
pagine 710 |
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Pagina (418/461)
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