Processo originale degli untori di
FA CTI SPEC1ESIncrudelendo in Milano la peste, nell'estate del i63o, disastri a disastri, angustie ad angustie crebbero in quel gran travaglio le superstizioni, e principalmente la credenza che alcuni si fossero congiurati per propagare il male e mettere Milano affatto al nulla. Di costoro toccò il Manzoni, e promise trattarne a pieno altrove. Però chi sa quanto ancora negherà al desiderio comune la sua Storia della Colonna Infame? Frattanto , importando a molti il conoscerne alcun che, io raccolsi da parecchi libri alcune cose, che esibisco informi ai lettori ; i quali oh come avranno a stupire ed imparare quando, sotto la penna del nipote di Beccaria, vedranno queste tradizioni diverse, morte, contraddittorie, staccate, avvivarsi, e dirigersi al fine d'educare la opinione popolare alla ragione, alla giustiziai
È credenza antica, per lo meno quanto la peste di Atene descritta da Tucidide, che la malizia umana giugnesse a tanto da diffondere la peste ad arte. Quando la ragione sonnecchiava serva della superstizione e dell' autorità, o delirava ebbriata dal fanatismo, rinacque e si saldò una tale credenza : Cardano, Martino Delrio, Wieiro, trattatisti di diavolerie, assicurano che nel i536, nel Marchesato di Saluzzo, fu propagata la peste cogli unti : v' è un trattato de peste manufactaj e il Tadini ci conservò memoria di molte, diffuse, come erede-vasi, maliziosamente. Anche nella peste del 1576 si ragionò d1
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