Processo originale degli untori di
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Et sic fiat reccssum.
Dieque 26. Iunij in officio, et coram Egr. Capitaneo Iustitùe, Auditore, et Fiscali Torniello.
Fuit dictus tonsor examinatus, qui suo iura-mentoDixit (0, io mi chiamo Gio. Giacomo Mora, et mio Padre si chiamava Cesare, et sono nato nella casa dove sono stato tolto.
Ad alias ait, Signor si, che prima di partire da casa mia alla mia presenza hanno descritto ogni cosa.
Et ei lecto inventario dixit. Signor si, che quest'ò 1* inventario delle robbe trovate in casa mia.
Interrogato, in che modo et à che fine si trova ha-ver fatto quel smoglio ritrovato in corte nella caldara, et quello, che si è trovato nel parolo, qual era in cantina.
Respondit, sono state le donne, che ne dimandano conto à loro: sapevo io, che quel smoglio vi fosse, come sapevo d'esser hoggi condotto prigione.
Ad alias ait, ne conosco tré Commissarij in Porta Ticinese, doi di vista, et uno, che dicono esser stato posto prigione sin Sabbato, il cui nome adesso non mi so-viene, mà è figlio d'uno coriere, et lo conosco perche passa del continuo avanti la mia bottega, et l'istessa mattina, che fu preso, io li dovevo dar un vasetto di vetro pieno d'onto, per ongersi li polsi per preservarsi dal mai contagioso, mà fu posto prigione, et il vasetto è an-
(1) E così s'andò.
11 26 giugno, in uffizio, e in presenza dell' egregio Capitano di Giustizia, dell'Auditore e del fiscale Torniello, fu esso barbiere esaminato, il quale con suo giuramento disse.
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Egr Iustitùe Auditore Fiscali Torniello Gio Mora Padre Cesare Commissarij Porta Ticinese Sabbato Capitano Giustizia Auditore Torniello Giacomo
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