Processo originale degli untori di

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      nari, et era come vischio, et in quell' istesso modo lo feci bollire nel pugnalino, et per pistare le colatidre adoperai uno bronzino, et di questo liquore n'ha adoperato anche mia moglie da due, ò tré volte, per il fine, che l'adoperai io per ha ver il medemo male che io.
      Dettoli, che resulta, che Io repose in due canevette.
      Respondit, n'havevo due, mi fu riposta in una sola.
      Ad alias ait, saranno da quattro in cinque anni, che tengo amicitia, et cognitione di detto Foresaro, et se bene non andavo troppo di sua compagnia, andavo qualche volta à mangiar seco in casa sua, mà lui non è mai stato a mangiare in casa mia, ma io con lui all' hostaria liavrò mangiato da dieci, ò dodeci volte.
      Ad alias ait, hò mangiato con lui da dot mesi et mezzo inquà, et per il passato in altri tempi, come sarebbe in casa sua quando stava dietro al fosso, et bò anche mangiato con lui nell'hostaria delli sei ladri, mà ad altre hostarie con lui non vi hò mai mangiato.
      Interrogato, se conosco alcuno Italiano, che «appi parlar todesco.
      Respondit, ne conosco uno di ciera, che li dicono il Lampugnano, con occasione che andando io alla Rosetta d'oro sopra la strada di Pavia viddi una giovine, che andò in casa d'uno massaro mio amico chiamato Ta-meo, al quale io dimandai perche causa teneva quella giovine in casa, et lui mi rispose, che era di quel Signor Lampugnano, come anche detto Signor LampugRano mi disse, che era sua moglie-, al che risposi, che si sapeva pubicamente che era donna da partito.
      Ad alias ait, detta hostaria è di mio missere, et vi sono stato diverse volte a mangiare da doi mesi et


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Processo originale degli untori
nella peste del 1630
di
1639 pagine 464

   

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