Processo originale degli untori di
detto vaso di vetro, ove stette sino passata la terza settimana di Pasqua, Dicens sino alla terza settimana doppo Pasqua, et in quel tempo incontrandomi con detti Fontana e Tamburino, mi dimandavano come havevo fatto, et io li respondevo, bene hò fatto, se bene non havevo fin a qucll' hora fatto cosa alcuna. Arrivati che fossemo alla terza settimana doppo Pasqua venne da me detto Fontana un giorno, che non era festa, nè meno'si mangiava di magro, e mi disse che il figliuolo del Sig. Castellano desiderava parlar con me, e questo fu alla mattina, e così quando fu quasi vicino all'hora del disnare alla piazza del Castello andassimo a casa dell'istesso Cesare Pezzano a disnare, e disnato che havessimo , pas-segiassimo un pezzo sopra la piazza, et egli si licentiò da me, dicendo, che dovessi andare ad aspettarlo nell'hostaria del Moro, il che feci, e d'indi àpoco tornò, e mi menò alla cavalarizza sodetta, ove arrivati, da lì a poco sopravenne il Sig. Don Gioanni, figliuolo del Sig. Castellano, solo, il qual mi disse: Ebbene, che havele fatto? et io li risposi: A dir la verità a V. S. io hò fatto niente, dicendo: Come vuole V. S. ch'io faccia à pigliar ghezzi, et zatti? et egli mi rispose: Yi va tanto à che fare à dare mezzo un ducatone ad un figliuolo, che li vada à prendere? et io all'hora dissi lo farò, et esso stette così muIlo per il spacio, che si direbbero due Ave Marie, e poi mi disse: Hò così paura, che mi burliate, et
10 risposi: Nò Signore, e lui soggiunse: Lo vedrò, et io
11 dissi: Signore per questa volta lo farò, ma da qui avanti non voglio questo fastidio d' andar cercando zatti, et. egli disse: Horsù fattelo per questa voi la, che da qui avanti vi pensato, et egli all' hora cavò fuori dalle calce
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