Processo originale degli untori di
— aia —
una borsa, e mi contò trenta cechini, e poi cavò fuori uno calamaro di lottone, et un foglio di carta bianca, e mi disse, Fatte quà la ricevuta del danaro, che vi hò datto, dicendomi Fatte così, cioè per tanti ducatoni, e per tanti cechini ricevuti, et in fede, Io Gio. Steffano Baruello affermo come sopra, e questa ricevuta me la fece fare così à mezzo il foglio, nè questa ricevuta conteneva nè giorno, nè mese, nè anno, e restò presso detto Sig. Don Gioanni, e poi mi soggiùnse: Se volete qualche cos'altro, parlate quà col Fontana, che lui vi darà sodisfattone, perche io hò fretta, c bisogna monti a cavallo, e me ne vadi via in uno servicio, e poi soggionse nel partirsi: Raccordatevi che la tenenza della mia compagnia è vostra, se mi servirete bene, e così partì, et io, et il Fontana andando dietro al bastione verso Porta Ticinese, si fermassimo à casa delia Parazana, e bevessimo così là in strada , et andassimo verso Porta Ticinese. Gionti al datio viddi il già Ragazzo del Sig. Sasso soldato della compagnia del Sig. Vercellino Visconte, chiamato Carlino , al quale m'accostai, sendo egli sopra il Pasquaro di Sant'Eustorgio, e dissi se voleva andar à cercarmi delli ghezzi, et zatti, che li havrei donato mezzo un du-catone, quali tolendo fuori delle calze, li mostrai, et egli mi disse de sì, et io li dissi, che me li portasse il giorno seguente, che mi havrebbe trovato sopra il ponte di Porta Ticinese, come in effetto me li portò là , dove stanno li fachini, il giorno sodetto, et io li diedi all'hora il mezzo ducatone, e comprai sei canevette di vetro, lon-ghe poco più di mezzo un palmo, di tenuta di un bi-chiero in circa per caduua, e preso il vasetto, che mi lia-vevi dito il Sig. Don Gioanni, et tré di quelle cane-
Cioogle
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