Processo originale degli untori di
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li suoi mali termini non trovava chi li lavorasse un poco d'una vigna che haveva, à talché sono doi, ò tré anni, che và deserta, et un poco di foglia, che haveva in detta vigna la vendè al Curato d'Ossona, e doppo haver ricevuto li danari la vendè ad un'altro, et era tanto mal visto che ognuno lo fugiva.
Ad alias ait, iol'hò visto à giocare alle carte detto Carlo particolarmente tutte le feste, et haveva tanto gusto nel giocare, che lasciava di mangiare, e giocava anche alli giorni di lavoro quando trovava occasione, e quando giocava tutto il giorno haveria perso sino à tré, e quattro scudi, e non era aventurato, e li hò veduto in gioco sino à quatro, e sei scudi in ducatoni, cechini, et altre monete, dove poi li tolesse io non Io sò, sò bene, che toleva il pane, vino, et altre cosa all'hostaria.
Interrogato, che cosa era creduto di questo.
Respondit, mà Signore sospettavano dell'onto, ne in Ossona havevano paura d'altro, che di lui, perche si diceva publicamente, che vi erano di quelli, che davano danari à quelli, che ongevano, e noi sospettavamo, che costui andasse à tuor danari per ongere, mà che si sospettasse dove l'andasse à pigliare non s'arivò tant'inanti.
S. g. r. annorum ut supra.
Cum die ultimo Ianuarij i63i. Senatus dedisset litteras n. q. Senatori Arconato tunc in loco Ossonce degenti, tenoris sequentis ulz.
Dilectissìme nostert cum spectabilis Senator Pice-nardus ad Senatum retulisset, quce emergunt ex prò-cessa constructo contra Carolum Vedanum detentum ob causata pestiferi unguenti occurrit memoria?, vos par quam opportune nunc esse in loco Ossonce, ubi
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