Processo originale degli untori di
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c mi raccordo, eli' una mattina viddi aperto 1' uscluo d'uno gabinetto nel quale vi erano vasi, pignatte, quadri di canevette, et ampolle in grande quantità, di clic
10 restai attonito, e dissi al Sig. Don Giovanni : Che cosa è questa? e lui mi rispose Quella è robba, che basteria per far morir tutto Milano, e mezzo il mondo, et io doppo d'aver sentita questa fama che và à volta, hò sospettato, che sinall'hora si lavorasse de questi onti, anzi hòanche sospettato, ch'il Sig. Castellano padre del Sig. Don Gioanni havesse parte anche lui in detti onti per il modo insopportabile col quale faceva servire li soldati senza volerli pagare, nè darli quelli soccorsi con quali potessero vivere, quasi che li volesse mettere in necessità di fugirc. E qui finì all' hora il ragionamento del detto Mei eli ione, e se n' andò per li fatti suoi, poi d'indi ad alcuui giorni, mentre fossi in piazza sopra la porla del Segretario Romano , se non m'inganno con detto Segretario Pompeo Quarantino, et Ascanio Canobio, venne da me dello Mei» chiane, e chiamatomi in disparte, disse: Sappi V. S. che vi è di nuovo? il vecchio il Sig. Castellano di Milano è fugito portando seco danari, e gioie, et io li dissi: È vero questo? e lui mi rispose: È verissimo perche l'hò vedut'io uscir fuori della porta falsa, et io all'hora mi licentiai da lui, quale andò per li fatti suoi, e le medesime parole dissi à quelli SS. come anche credo d'haverli detto
11 restante da me di sopra raccontato, e sò di certo ha-verlo detto al Sig. Dottore Carlo Scarano.
Et il luogo preciso, che segur questo fu in casa mia in una sala vicino al giardino, posta à mano dritta nel-T entrar in casa, posta nella contrada della Bagulla, e del giorno preciso non me ne raccordo, mà lu circa al fine
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