Processo originale degli untori di
-347 -die 5. martij-Hierommus Menclotius iterum examinatus cum iuramentoDicit, ei prius lecta cius depositione diei 4« lanua-ri/j Sig. ś, che coś dissi, e coś è la verità, e pụ essere, che mi sij scordato qualche cosa, mà è vero, che lui non nelle parole formali qui scritte, che di questo non mi posso assicurare, mà in sostanza il detto Mel-chione de los Reyesmi disse quello, che si contiene nelle parole lettemi, le quali come ḥ detto sono quelle, ch'io deposi l'altra volta nel mio essame, e le manteniṛ in faccia à detto Melchione.
Et sic introductus dictus Melchion de los Rejres, et ambobus delato iuramento veritatis dicendce, secuta-que inter ipsos mutua recognitione fuit dicto Menclo-tio dictum, se nella depositione delli quattro Genaro disse le mfradescritte cose:
E perche si diceva pubicamente che questi onti venivano dal Sig. Don Gioanni de Padiglia- figliuolo del Sig. Castellano di Milano, li dissi: Pụ ṃ esser vero, eh' il Sig. Don Gioanni babbi parte in questi onti? perche io apena lo potevo credere, et esso Melchione de los Reyes mi rispose: Io non lo ṣ, ṣ bene, che prima andassi prigione, conversavo frequentemente con detto Sig: Don Gioanni, et andavo anche in camera sua quando era in letto, e stavo con lui le hore intiere, e mi raccordo, eh' una mattina viddi aperto l'uschio d'un gahinetto nel quale vi erano vasi, pignatte, quadri di canevette, et ampolle in grande quantità, di che io restai attonito, e dissi al detto Sig. Don Gioanni: Che cosa è questa, e lui mi rispose: Quella è robba, che basteria per far mo-
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