Processo originale degli untori di

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      Respondit, Uluslrissimo Signore, che mi dasse cento giuramenti, non sò d'haver detto queste parole.
      Ei dieta denuo, che non solo si legge in processo tutto quello, che se li è letto, mà si legge di più, che esso constituto disse à detto Tameo, che tali danari de quali si è detto di sopra non trattò di guadagnarli per causa della scrima.
      Respondit-, Illustrissimo Signore non mi raccordo.
      Ad alias aiti una volta sola hò gioccato di spada col Sig. Don Gioanni de Padiglia, mà del tempo non me ne raccordo, sò bene, che fù con occasione che andavo ad insegnare al Sig. Don Carlo.
      Ad alias aiti saranno quattro anni, che è morto mio padre, e mia madre fù un' anno à S. Cristoforo passato.
      Interrogato come hà trattato bene suo padre, e sua madre.
      Respondit, li hò trattati conforme che erano mio padre, e mia madre, voglio dire che li hò sempre fatto buon trattamento, e tacevo quello che mi comandavano di fare.
      Dettoli* che si legge in processo, che suo padre, e sua madre si sono doluti, che lui li trattasse male de fatti, e de parole.
      Respondit, non si saranno doluti, perche facevo sempre quello, che mi comandavano.
      Et Juit reconsignatus etc.
      Et die septima eiusdemItcrum constrtutus, et examinatus dictus Càrolcs Vkdanvs suo iuramento
      Inquit, mentre ero prigione col Tame havevo un prò de scarpe, e detto Tame me le tolse, et io dissi, perche


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Processo originale degli untori
nella peste del 1630
di
1639 pagine 464

   

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Uluslrissimo Signore Tameo Illustrissimo Signore Sig Gioanni Padiglia Sig Carlo S. Cristoforo Juit Càrolcs Vkdanvs Tame Tame Cristoforo