Processo originale degli untori di
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Mora, non se ne era trovato cbe poco, tanto poi se ne propagasse, ed anche dopo morto lui.
Moltissimi, aggiunge il La Croce, ne furono fatti prigione nella città di Milano per lasciar da parte tutti quelli di fuori... Più di i5oo complici furono scoperti, e lo disse di propria bocca il M. R. P. Felice che inteso l'aveva da uffiziali supremi : ne erano piene le prigioni. .. molti furono posti in ruota. . . moltissimi scoppiavano vivi nella prigioney di modo che quando pensavano gli uffiziali di ridurli a nuovo esame o punirli di morte, morti in carcere li ritrovavano. — Questi malvagi s'avevano tra loro divise le arti, le chiese e le religioni, ed in modo tale compartitasi la povera città, ne facevano miserabile strage. E segue a dire che una donna nel Lazzaretto confessò ai cappuccini d' averne appestati 4ooo: un altro d'esservi per danari entrato ad ungere : un vecchio tentò indurre un ragazzo a porsi la polvere venefica fra le dita, e fingendo tastare le frutte in piazza, infettarle : ma scoperto, non si potè trargli parola , finché un sacerdote noi benedisse. A un prete complice, mentre volea confessare il principal reo, apparse il diavolo minacciandoli» di una spada: e una donna indemoniata gli venne innanzi con una carta, affermandogli in faccia che ed esso ed altri v'aveano posti i loro nomi. In somma ogni giorno mille stravaganze venivano scoperte, ed il danno' che ne seguiva nella povera città mostrava ' pur troppo chiara questa maladetta fattura (i).
La casa del Mora fu rasa dalle fondamenta, e sopra quella eretta una colonna detta infame, ed a fianco un'iscrizione che suonava cosi:
(i) La Croce p. 48 e »egg.
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