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Trattato di Economia Sociale

Alberto Zorli
Fratelli Bocca Editori Torino, 1924, pagine 772

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   PRIMI PRINCIPI DI ECONOMIA SOCIALE
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   è improduttivo rientra nella economia, privata, e se è produttivo rientra nella produzione: ed infine Yohn Stuart Mill escludeva il consumo ed ammetteva lo scambio. La scuola classica, nel descrivere il campo economico, dette così prova palese di indecisione, indecisione che conferma essere fuori della realtà la classificazione Smithiana e dell' intera sua scuola.
   Mentre così mi appariva inesatta l'osservazione del campo economico per parte della scuola classica, mi accorgeva come detto campo venisse diversamente descritto dai ragionieri, i quali registrano giornalmente i fatti economici a scopo amministrativo. Per essi il campo economico altro non è che un insieme di aziende. Ed io aggiungo che i fatti economici, osservati dagli economisti, non sono che elementi organici delle aziende. E dal momento che esistono degli organismi elementari economici (le aziende), vere cellule sociali, non è logico trascurare F involucro, cioè le aziende, per curare soltanto gli atomi, ossia i cennati elementi organici, ed inoltre mi sembrò che classificando il contenente (aziende) si veniva a classificare anche il contenuto (fatti economici).
   Per me V azienda è V apparato economico dell' ente sociale. Le aziende mirano a raggiungere due scopi : procacciarsi un provento netto, per poi erogarlo ed eventualmente risparmiarlo. Onde distinguo due grandi categorie di aziende : le procacciatrici e le erogatrici e però « il campo economico altro non è che un insieme organico di aziende procacciatrici (di speculazione e tributarie), che soddisfano esigenze reciproche, per giungere alla soddisfazione dei bisogni di quelle erogatrici o famigliari ».
   Per me è questa 1' unica classificazione dei fatti economici, e T altra classica non si presta a mettere in chiaro la realtà. In tutte le aziende si produce ed in tutte si consuma, onde i due criteri della produzione e del consumo non possono servire a classificare le aziende : e neppure gli altri due criteri della ripartizione e della circolazione possono servire alla classificazione dei fatti e delle aziende, perchè, la parola circolazione altro non significa se non che una merce è passata dall'azienda che la produsse a quella che s'incaricò di trasportarla, e da questa all' azienda rivenditrice, ed in fine alla erogatrice ; questi