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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 6 —
   tanto mantenuto in vigore i suoi editti passati, ma ne aveva ancora promulgati cinque o sei di nuovi, e tutti, dice il cardinale di Retz, più rovinosi gli uni degli altri. Tanto che il primo presidente che, si è potuto vederlo, era nei giorni precedenti per la Corte, si era ora fatto sentire arditamente su questo modo di condurre il re al palazzo per sorprendere e forzare la libertà dei suffragi.
   Ma coloro ohe stupirono maggiormente contro le nuove imposte furono il presidente Blancmesnil ed il consigliere Broussel.
   Promulgati gli editti, il re rientrò al Palazzo Reale; lungo la strada faceva ressa una grande moltitudine di popolo; ma siccome si sapeva che veniva dal Parlamento, e si ignorava se vi si fosse recato per rendere giustizia al popolo o per opprimerlo di nuovo, non un sol grido di gioia scoppiò sulla strada per felicitarlo della sua ricuperata salute. Tutti i volti al contrario eran malinconici ed inquieti; taluni erano puranco minacciosi.
   Ad onta del suo ritorno, le truppe rimasero sulla piazza : si temeva che scoppiasse una sommossa, allorché si conoscesse il risultato della seduta del Parlamento; ed in fatto appena si sparse la voce per le vie che invece di alleggerire le imposte il re le aveva aumentate, si formarono dei gruppi, e scoppiarono immensi clamori, e grida di: « Abbasso il Mazarino ! viva Broussel ! viva Blancmesnil ! » perchè il popolo aveva saputo che Broussel e Blancmesnil avevano parlato in suo favore; e benché la loro eloquenza fosse stata vana, gli era tuttavia riconoscente. Si era voluto dissipare quei gruppi, si era voluto far tacere quelle grida, e siccome accade in simili casi, i gruppi si erano ingrossati e le grida si eran raddoppiate. Era stato dato ordine alle guardie del re ed alle guardie svizzere, non solo di resistere, ma puranco di formare delle pattuglie nelle vie di S. Dionigi e di S. Martino, ove quei gruppi sopratutto sembravano più numerosi e più animati, allorché si annunziò al Palazzo Reale il prevosto dei mercanti. Fu immediatamente introdotto ; esso veniva ad annunziare che se all'istante non fossero cessate quelle dimostrazioni ostili, in meno di due ore tutta Parigi sarebbe in armi. Si deliberava su ciò che si avesse da fare, quando Comminges, luogotenente delle guardie, entrò cogli abiti tutti lacerati e il viso insanguinato. Vedendolo comparire, la regina mandò un grido di sorpresa e gli chiese cosa fosse accaduto.
   Era successo che alla vista delle guardie, siccome l'aveva