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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 11 —
   mere più bellicose intenzioni. Di quando in quando sorgevano grida e rumori dal quartier dei mercati. Scoppiavano dei colpi di fucile dal lato della contrada S. Dionigi, e talvolta, tutto ad un tratto, senza che si sapesse il perchè, 6i sentiva a suonare qualche campana, scossa dal capriccio popolare.
   D'Artagnan seguiva la sua strada colla noncuranza di un uomo sul quale simili goffaggini non hanno alcuna influenza. Quando il gruppo teneva il mezzo di una strada, vi spingeva contro il suo cavallo senza dir: « bada a te! » come se, ribelli o no, quelli che lo componevano conoscessero con chi avevano a che fare, essi si sbandavano e lasciavano passare la pattuglia. Il cardinale invidiava quella calma che attribuiva alla abitudine del' pericolo; ma, cionondimeno provava per l'ufficiale sotto gli ordini del quale si era momentaneamente posto, quella specie di considerazione che la stessa prudenza accorda al coraggio avventato.
   Avvicinandosi al posto della barriera dei Sergenti, la sentinella gridò: Chi va là! D'Artagnan rispose, ed avendo chiesto le parole d'ordine al cardinale, si avanzò dicendole alla sentinella; le parole d'ordine erano Luigi e Rocroy.
   Scambiati questi segni di riconoscimento, d'Artagnan chiese se il signor di Comminges comandava il posto.
   La sentinella gli mostrò allora un ufficiale a piedi, che discorreva colla mano appoggiata sul collo del cavallo del suo interlocutore. Era quello di cui chiedeva d'Artagnan.
   — Ecco il signor di Comminges, — disse d'Artagnan tornando al cardinale.
   Il cardinale spinse loro incontro il suo cavallo, mentre d'Artagnan indietreggiava per prudenza; nondimeno, al modo con cui l'ufficiale a cavallo e l'ufficiale a piedi si tolsero i cappelli, si accorse che avean riconosciuto Sua Eminenza.
   — Bravo Guitaut, — disse il cardinale al cavaliere, — vedo che ad onta dei vostri sessantaquattro anni siete sempre lo stesso, spiritoso e affezionato. Che dite a questo giovane?
   — Monsignore, — rispose Guitaut, — gli dicevo che noi viviamo un'epoca singolare e che la giornata di oggi assomiglia molto ad una di quelle giornate della Lega di cui tanto intesi parlare nella mia giovinezza. Voi sapete che si trattava nientemeno che di costruir delle barricate nelle contrade S. Dionigi e S. Martino.
   ¦— E che vi rispondeva Comminges, mio caro Guitaut?