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Ripresero la via Sant'Onorato epoetando sempre dei croccili: in quei gruppetti di persone non si parlava che degli ordini del giorno; si compiangeva il giovane re che così rovinava il suo popolo senza saperlo; rigettava tutta la colpa su Mazarino; si parlava di rivolgersi al duca d'Orléans ed al signor Principe; si esaltava Blancmesnil e Broussel.
D'Artagnan passava in mezzo a quei capannelli, noncurante, come se lui e il suo cavallo fossero di ferro! Mazarino e Guitaut discorrevano sottovoce; i moschettieri, che avevano finalmente riconosciuto il cardinale, li seguivano in silenzio.
Giunsero alla contrada S. Tomaso del Louvre, ove era il posto del Quinze-Vingts ; Guitaut chiamò un ufficiale subalterno, che venne a dar le novità.
— Ebbene! — chiese Guitaut.
— - Ah! mio capitano, — disse l'ufficiale, — qui tutto va bene da questa parte, ma mi pare che succeda qualche cosa in questo palazzo.
Ed indicava colla mano un magnifico palazzo sull'area del quale in seguito fu eretto il Vaudeville.
— In questo palazzo? — disse Guitaut; — ma questo è il palazzo Rambouillet !
— Io so che vidi entrare delle faccie sospette.
— Bah ! —- replicò Guitaut scoppiando dal ridere, — sono poeti.
— Ebbene, Guitaut! — disse seriamente Mazarino, — ti prego di parlare con meno irriverenza di questi signori ! Tu non sai che sono stato poeta anch'io in mia gioventù, e che facevo dei versi sul genere di quelli di Bonserade!
— Voi, monsignore?
— 'Sì, io. Vuoi che te ne reciti qualcuno?
— Ciò mi è indifferente, monsignore, io non comprendo l'italiano.
— Sì, ma tu comprendi il francese, non è vero, mio buono e bravo Guitaut, — riprese Mazarino posandogli amichevolmente la mano sulla spalla, — e qualunque ordine che ti daranno in questa lingua, l'eseguirai?
— Senza dubbio, monsignore, come ho già fatto, purché mi venga dalla regina.
-— Ah, benissimo ! — disse Mazarino mordendosi le labbra, — lo so che le sei molto affezionato.
— Sono capitano delle sue guardie dà più di vent'anni.