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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 23 —
   — Voi siete probabilmente più prossimo ad esser liberato di lui ; quindi sarete voi che lo libererete.
   — - Allora, la guerra...
   — L'avremo.
   — Collo Spagnuolo?
   No, con Parigi.
   Che volete dire ?
   Sentite questi colpi di fucile?
   .....- Sì; ebbene?
   Ebbene, sono i borghesi che giocano a palle, aspettando la pugna.
   — E credete che si possa cavarne vantaggio dai borghesi ?
   — Credo di sì, almeno lo promettono, e se avessero un capo che facesse d'ogni crocchio un assembramento...
   — È una sfortuna il non esser libero.
   — - Eh, mio caro; non disperate. Se il Mazarino vi fa cercare si è che ha bisogno di voi, e se ha bisogno di voi, ebbene, ve ne faccio i miei complimenti.
   — Sono trascorsi molti anni che nessuno ha bisogno di me... quindi voi vedete Cosa sono.
   — Eh via, non ve ne lagnate!
   — Ascoltate, Rochefort, un trattato...
   — E quale?
   — Voi sapete che noi siamo buoni amici.
   Perdio, ne porto il segno della nostra amicizia: tre colpi di spada !...
   — Ebbene, se tornate in favore non mi dimenticate.
   -— Parola di Rochefort ; ma a patto di ricambiarmi.
   — Va bene, eccovi la mia mano.
   — Quindi, la prima occasione che vi si presenta di parlare di me...
   — Ne parlo; e voi?
   -— Io pure.
   —A proposito, ed i vostri amici? dovrò parlare anche di essi?
   Quali amici?
   — Athos, Porthos ed Aramis; li avete voi dimenticati?
   — Quasi, quasi.
   — Che ne è accaduto?
   — Non ne so nulla.
   — Davvero!
   — Oh, mio Dio, sì! Come sapete, noi ci siamo lasciati; essi vivono, ecco tutto ciò che vi posso dire; di quando in