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irano duchi, non erano possenti, e nemmeno ricchi: erano quattro soldati di cuore generoso, di braccio forte, spada risoluta. Partirono. Il ministro sapeva la loro partenza, ed aveva appostati i suoi agenti sulla strada per impedir loro di giungere alla mèta. Tre furono posti fuori combattimento dai numerosi assalitori, ma uno solo giunse in porto, uccise, e ferì coloro che volevano arrestarlo, varcò il mare, e riportò i gioielli alla gran regina, che se ne potè ornare il giorno fissato; cosa che fece disperare il ministro. Che ne dite, monsignore?
— È magnifico! — disse Mazarino come in sogno. , — Ebbene, ne so dieci di simili.
Mazarino non parlava più, fantasticava. Trascorsero cinque o sei minuti.
— Non avete più nulla a chiedermi, monsignore? — disse Rochefort.
— Sì, sul serio. Voi dite che il signor d'Artagnan era uno di quei quattro.
— Sì, è lui che ha condotto l'impresa.
-— E gli altri, chi erano?
—- Monsignore, permettetemi che lasci al signor d'Artagnan la cura di nominarveli. Erano suoi amici, non miei; egli solo avrebbe qualche influenza sopra di essi, ed io non conosco neppure i loro veri nomi.
— Voi diffidate di me, signor di Rochefort. Ebbene, io voglio essere franco fino alla fine: io ho bisogno di voi, di lui, di tutti!
— Incominciamo da me, monsignore, giacche mi avete mandato a chiamare e mi avete qui davanti; poi passerete agli altri. Non vi stupirete della mia curiosità: dopo cinque anni di prigione, credo non faccia dispiacere sapere dove si sarà inviati.
—- Voi, mio caro signor di Rochefort, avrete un posto di fiducia, andrete a Vincennes ove è prigioniero il signor di Beaufort: me lo guarderete a vista. Ma dunque che avete ?
— Mi proponete una cosa impossibile, — disse Rochefort, scuotendo il capo contrariato.
— Come impossibile?
— Perchè il signor di Beaufort è mio amico, o piuttosto io sono nel^ numero de'suoi. Vi siete dimenticato, monsignore, che è lui che si era fatto mallevadore di me presso la regina ?