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— Da quell'epoca il signor di Beaufort è il nemico dello Stato. ,
— Sì, monsignore, è possibile, ma siccome io non sono ne re, ne regina, ne (ministro, egli non è mio nemico, e quindi io non posso accettare la proposta che mi offrite.
— Ecco ciò che voi chiamate affezione? Me ne congratulo con voi ! Il vostro attaccamento non v'impegna di troppo, signor di Rochefort.
— Eppoi, monsignore, — riprese Rochefort, — voi capirete bene che uscire dalla Bastiglia per andare a Vincen-nes non è che cambiare prigione.
— Dite senza ambagi che siete del partito del signor di Beaufort, e sarete più sincero da parte vostra.
— Monsignore, sono stato tanto tempo rinchiuso che non amo che un partito, quello dell'aria aperta. Impiegatemi in tutt'altro, mandatemi in missione; occupatemi attivamente, ma all'aria aperta se è possibile.
— Mio caro signor di Rochefort, — disse Mazarino col suo fare canzonatorio, — il vostro zelo vi fa trascendere: voi vi credete ancora giovine perchè il cuore lo è sempre; ma le forze vi mancherebbero. Persuadetevi dunque, ciò che vi occorre ora è il riposo.
— Voi non deliberate niente a mio riguardo?
— Al contrario, ho deliberato. Olà, qualcuno.
Entrò Ber no u in.
— Chiamate un usciere, — gli disse; indi aggiunse sotto voce: — e restate presso di me.
Entrò un usciere. Mazarino scrisse alcune parole, che consegnò a quell'uomo, indi salutò col capo, dicendo:
— Addio, signor di Rochefort.
Rochefort s'inchinò rispettosamente, e rispose:
— Veggo, monsignore, che mi si riconduce alla Bastiglia.
— Siete molto intelligente.
— Vi ritorno, monsignore, ma ve lo ripeto, sbagliate a non saper impiegarmi un po' meglio.
— Voi! l'amico de' miei nemici!...
— Che volete; bisognerebbe che 'mi mutassi in nemico dei vostri nemici.
— Credete di non esser al mondo altro che voi, signor di Rochefort? Credetemelo, troverò degli uomini che vi supereranno.
—- Ve lo auguro, monsignore.
— Bene, bene! andate, andate! A proposito, è inutile