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presso la quale si tenne in piedi, per costringere Mazarino a rimanere lui pure in piedi.
Mazarino sorvegliava col suo occhio intelligente tutta quella scena alla quale sembrava domandare spiegazione di ciò che l'aveva preceduto.
S'inchinò rispettosamente davanti alla regina e fece una profonda riverenza al re che gli rispose con un cenno della testa abbastanza cavalleresco ; ma un'occhiata di sua madre gli rimproverò quell'abbandono ai sentimenti d'odio che dalla sua infanzia Luigi XIV aveva giurato al cardinale, ed egli accolse col sorriso sulle labbra il complimento del ministro.
Anna d'Austria cercava d'indovinare sul viso di Mazarino la causa di quella visita inattesa, poiché il cardinale non andava ordinariamente da lei che quando tutti erano ritirati .
Il ministro fece un segno col capo quasi impercettibile; allora la regina rivolgendosi a madama Beauvais:
— È ora che il re vada a letto, — disse, — chiamate Laporte.
La regina aveva già pregato due o tre volte il re di ritirarsi, ma il giovinetto aveva sempre insistito per rimanere; ma questa volta non fece alcuna osservazione, però si morse le labbra e impallidì.
Un momento dopo entrò Laporte.
Il giovinetto andò dritto da„ lui senza abbracciare la mamma.
— Ebbene, Luigi, — disse la regina, — perchè non mi abbracci ?
— Credevo che l'aveste con me, signora; vedo che mi scacciate.
— No, che non ti scaccio: ma vedi, hai avuto da poco il vaiolo benigno, sei ancora sofferente, e temo che vegliando ti affatichi.
— Però non hai avuto lo stesso timore quando mi hai fatto andare oggi al palazzo per proclamare quei miserabili editti che tanto rumore hanno messo tra il popolo.
— Sire, — disse Laporte per cambiar discorso; — Vostra Maestà a chi desidera che dia il candeliere?
— A chi vuoi tu, — rispose il ragazzo, — a patto che non sia Mancini.
Il signor Mancini era un nipote del cardinale che Mazarino aveva posto vicino al re come ragazzo d'onore e sul