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sbalzi, scuotendo i vetri, e dei colpi di fucile che rimbombavano ancora in Parigi, quantunque fossero più delle undici ore di sera.
Intanto d'Artagnan s'incamminava verso la contrada Ti-quetonne, ove alloggiava, all'albergo della Capriola.
Or diremo come d'Artagnan era stato indotto a scegliere quella dimora.
VI.
D'Artagnan a quarantanni.
Ohimè ! dall'epoca in cui, nei nobtro romanzo dei Tre Moschettieri, abbiamo lasciato d'Artagnan nella contrada dei Fossoyeurs N. 12, erano accadute molte cose, e sopratutto molti anni. D'Artagnan non aveva mancato alle circostanze, ma le crcostanze erano mancate a d'Artagnan. Finché fu circondato dai suoi amici, d'Artagnan rimase nella sua giovinezza e nella sua poesia; era uno di quegli uomini destri e ingegnosi che facilmente acquistano le qualità degli altri.
Athos gli diede la sua grandezza. Porthos il suo entusiastico brio, Aramis la sua eleganza. Se d'Artagnan avesse continuato a vivere con quei tre uomini, sarebbe diventato un uomo superiore..
Athos lo lasciò per primo per ritirarsi nel piccolo podere ereditato nelle vicinanze di Blois: Porthos per il secondo per isposare la sua procuratrice; infine Aramis per il ter/^o per prendere definitivamente gli ordini e farsi abate. Da quel momento in poi d'Artagnan che sembrava aver unito il suo avvenire a quello dei suoi tre amici, si trovò isolato, debole, senza coraggio per proseguire una carriera nella quale sentiva di non poter divenire qualche cosa se non a condizione che ognuno dei suoi amici gli cedesse, se così possiamo esprimerci, una parte del fluido elettrico che aveva ricevuto dal cielo.
Quindi sebben divenuto luogotenente dei moschettieri, d'Artagnan non si trovò che sempre più isolato; non era di nobile prosapia come Athos, perchè le grandi case s'aprissero davanti a lui; non era abbastanza vanitoso come Porthos, per far credere che frequentava l'alta società; non
Dumas. Venti unni dopo. — I
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