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portate la mia valigia alle Botti d'amore, contrada dei Bourdonnais. Addio, madama.
A quanto sembrava, d'Àrtagnan era insieme maestoso e tenero pronunziando quelle parole. L'ostessa si gettò ai suoi piedi, gli chiese perdono e lo trattenne con dolce violenza. Che dire di più? Lo spiedo girava, la padella friggeva, la bella Maddalena piangeva, d'Àrtagnan sentì la fame, il freddo e l'amore che gli ritornavano insieme ; perdonò, ed avendo perdonato rimase. Ecco come d'Àrtagnan era alloggiato in contrada Tiquetonne, all'albergo della Capriola.
VII.
D'Àrtagnan è imbarazzato.
ma una delle nostre antiche amicizie viene ad aiutarlo.
D'Àrtagnan ritornava dunque tutto pensieroso, provando abbastanza piacere a portare il sacco del cardinale Mazarino, e pensando a quel bel diamante che era stato suo e che poco prima aveva veduto brillare al dito del primo ministro.
— Se quel diamante ricadesse per caso nelle mie mani, — diceva, — lo cambierò subito in denaro, acquisterò delle proprietà intorno castello di mio padre, che è una graziosa abitazione, ma che non ha, alle sue dipendenze, che un giardino, grande appena come il cimitero degli Innocenti, e là aspetterò, nella mia maestà, che qualche ricca ereditiera, sedotta dal mio bell'aspetto sempre allegro, mi venga a sposare; indi avrò tre servi: farò per primo un grande signore come Athos; per secondo, un bel soldato come Porthos; e per terzo un gentile abate come Aramis: In fede mia! ciò varrebbe infinitamente meglio della vita che conduco; ma sfortunatamente il signor Mazarino è un pitocco insulso che non si priverà del suo diamante in mio favore.
Cosa avrebbe detto d'Àrtagnan se avesse saputo che quel diamante era 6tato affidato dalla regina a Mazarino per essergli reso?
Entrando nella via Tiquetonne, vide che si faceva gran