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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 203 --
   l'aita sua statura, uno sguardo da regina su tutta l'assemblea, ed i suoi occhi si fermarono su Raoul.
   Athos sorrise.
   __ Voi siete stato notato dalla signorina Paulet, visconte, andate a salutarla. Fatevi vedere quello che siete, cioè un franco provinciale; ma non sognatevi di parlarle di Enrico IV.
   Il visconte si appressò arrossendo alla leonessa, e si confuse subito in mezzo ai signori che circondavano la sedia.
   Vi si erano formati dei gruppi distinti: quello che attorniava la signorina Paulet; Scarron correva dall'uno all'altro, manovrando il suo seggiolone a rotelle in mezzo a quel mondo elegante, con altrettanta destrezza pari ad un pilota esperto che muove la sua barca in mezzo ad un mare cosparso di scogli.
   — Quando discorreremo? — disse Athos ad Aramis.
   — A momenti, — rispose costui; — non ci sono ancora persone a sufficenza, e noi saremmo notati.
   In quel punto si aprì la porta e la staffiere annunciò il signor Coadiutore.
   A quel nome tutti si volsero, perchè era un nome che cominciava a farsi celebre.
   Athos fece come gli altri. Esso non conosceva che di nome l'abate di Gondy. Vide entrare un piccolo uomo nero, mal fatto, miope, inetto a tutto fuorché a tirare la spada e la pistola, che andò a prima vista ad urtare contro un tavolo che quasi rovesciò; ma con tutto ciò gli si leggeva nel volto qualche cosa di altero e di superbo.
   Scarron si volse da quel lato e gli andò incontro colla sua sedia; madamigella Paulet lo salutò dal suo posto colla mano.
   — Ebbene ! — disse il Coadiutore vedendo Scarron, che non conobbe che allorquando gli fu sotto al naso, — eccovi dunque in disgrazia, signor abate ! ?
   Era la frase essenziale; in quella sera era stata le cento volte ripetuta nella serata, e Scarron era alla sua centesima facezia sullo stesso soggetto; bisognava quindi esser laconico; ma si liberò con un estremo sforzo, e disse:
   — Monsignore, il cardinale si degnò pensare a me.
   — Prodigioso ! — esclamò Ménage.
   — Ma come farete dunque a continuare a .riceverci? — soggiunse il Coadiutore. — se le vostre rendite si diminuiscono, sarò obbligato di farvi nominare canonico di Nostra Signora.