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disse il coadiutore, — di modo che s'è pigliato un'infreddatura ed ora è moribondo.
-— Dove avvenne ciò?
-— Eh, caspita, a casa mia. Immaginatevi, dunque, quel povero Volture aveva fatto voto solenne di non più giocare. Al termine di tre giorni, non può più contenersi, e gi incammina verso l'arcivescovo per farsi sciogliere dal suo voto. Disgraziatamente, in quel tempo, io ero impegnato in affari molti seri col buon consigliere Broussel, in fondo al mio appartamento, quando Volture scorse il marchese di Luynes ad un tavolo che aspettava un compagno di gioco. Il marchese lo chiama e lo invita a mettersi a tavola. Volture risponde che non può giocare se io non l'avessi liberato dal suo voto. Luynes s'impegna in nome mio, prende il peccato per conto suo; Volture si mette a tavola, perde quattrocento scudi, prende freddo uscendo e si mette a letto per non più rialzarsi.
— È dunque ammalato gravemente, quel caro Volture?
— domandò Aramis seminascosto, dietro la cortina della finestra.
— Lasso me! — rispose il signor Ménage, — egli sta molto male, e quel grand'uomo sta forse per abbandonarci, deseret orben.
— Bene, — disse amaramente la signorina Paulet, -egli morire; con tante infermiere! ma se è circondato di sultane come un turco. Madama di Saintot è accorsa e gli prepara i bagni caldi. La B-enaudot le scalda le vesti, e tra i nost;r amici c'è la marchesa di Rambouillet che gli manda delle tisane.
— Voi non lo amate, — mia cara Parthénie ! — disse ridendo Scarron.
— Oh, quale ingiustizia, mio caro malato ! lo odio così poco, che farei dire con piacere delle messe perchè la sua anima riposi in pace.
Gjj — Voi non siete chiamata Leonessa per nulla, mia cara, -— disse madama di Chevreuse dal canto suo, — e mordete tremend amente.
— Voi maltrattate rudemente un poeta, mi pare, signora,
— s'arrischiò di dire Raoul.
— Egli un grande poeta?... Suvvia, si vede bene, visconte, che voi arrivate dalla provincia, come me lo diceste poco fa, e che non l'avete mai visto. Egli! un gran poeta? Ma se ha appena cinque piediI
— Bravo, bravo ! — disse un omone magro e nano con