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Venti anni dopo (volume 1)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Teves Editori Milano, 1929, pagine 264

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 207 --
   __disse Athos ad alta voce, — ed io troviamo incomparabile.
   Raoul rimase qualche tempo vicino a loro, poi andò a confondersi col gruppo di madama di Chevreuse, a cui s'erano avvicinate madamigella Paulet da un lato, e madamigella di Scudéry dall'altro.
   __ Ebbene, per mio conto, — disse il coadiutore, — io
   mi permetto di non essere affatto del parere del signor di Scudéry; io trovo al contrario, che il signor di Voiture è un poeta, ma un poeta puro. Le idee politiche gli mancano completamente.
   — Così, dunque? — domandò Athos.
   — A domani, — disse precipitosamente Aramis.
   — A che ora? ': — Alle sei.
   — Dove?
   — A Saint Mandé.
   — Chi ve l'ha detto ?
   — Il conte di Rochefort.
   Qualcuno s'avvicinò.
   — E le idee filosofiche? Erano quelle che mancavano a quel povero Voiture. Io mi schiero dalla parte del signor Coadiutore: poeta puro.
   —¦ Sì, certamente, in poesia era prodigioso, — disse Ménage, — e perciò la posterità, sempre ammirandolo, gli rimprovererà una cosa, e cioè d'aver usato nella costruzione del versq una grande licenza; egli ha ucciso la poesia senza saperlo.
   — Ucciso, è proprio la parola adatta, — disse Scudéry.
   — Ma che capolavori quelle sue lettere, — disse madama di Chevreuse.
   — Oh ! sotto questo rapporto, — disse madamigella di Scudéry, — è una vera persona illustre.
   — È vero, — replicò la signorina Paulet, — ma finché tratta il genere faceto, poiché nel genere epistolare serio fa compassione, e se non dice le cose nude e crude, voi converrete che le dice molto male.
   — Ma voi converrete almeno che nella burla è inimitabile.
   — Sì, certamente, — riprese Scudéry toccandosi i mustacchi; — però trovo che la sua comicità è forzata e la sua lepidezza è troppo familiare. Osservate la sua Lettera del Carpione al Luccio.
   — Senza dire, — riprese Ménage, — che le sue mi-